Il banchiere intervistato dal Corsera: «Ho dei presentimenti, li ebbi su Aldo Moro come sui gol del Napoli. Convinsi Berlusconi a prendere il Milan»
Giovanni Bazoli, grande banchiere italiano, intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera. Parla anche del Napoli.
Aldo Moro l’ha mai conosciuto?
«L’ho visto. Una volta accompagnai mio padre a salutarlo, a messa, a Ortisei. Un’altra volta andai a sentire una sua conferenza in un teatro di Brescia, all’uscita lo attendevano alcuni contestatori. Quando Moro passò, ebbi netta la sensazione di una tragedia incombente sul suo capo: come se fosse una vittima designata. Ho sempre avuto presentimenti».
Questi presentimenti l’hanno mai guidata nelle decisioni cruciali della sua vita?
«No. Non vengono a comando. Spesso sono futili. E divertenti».
Ad esempio?
«Amo il bel calcio, e quest’anno ho seguito il Napoli, che finora ha perso una sola partita, a Ho deiLiverpool. Su una punizione ho sentito chiaramente che il Napoli avrebbe segnato, ma poi avrebbe subito due gol. È finita così, anzi peggio perché poi il gol del Napoli l’hanno annullato per un fuorigioco millimetrico».
Berlusconi.
«Non ci siamo mai scontrati, nonostante le mie idee politiche, che notoriamente non coincidono con le sue, e l’amicizia con Prodi. Conosco Berlusconi da quando era soltanto un imprenditore di successo. Lo incoraggiai a comprare il Milan».
Berlusconi non voleva?
«Temeva, comprando una squadra, di perdere la simpatia dei tifosi delle altre; e lui voleva piacere a tutti. Gli feci notare che, come dimostrava Agnelli, possedere una squadra non impediva di essere ammirato, anzi».