Matthäus ricorda Maradona: «il primo Mondiale senza di te»
Con una storia su Instagram che ritra i due abbracciati con le maglie di Inter e Napoli. Il tedesco ha sempre avuto parole affettuose per Diego

Lothar Matthäus, storico centrocampista della Nazionale tedesca e dell’Inter, ha voluto ricordare il grande amico Diego Armando Maradona. Lo ha fatto tramite un breve post su Instagram sul suo profilo ufficiale, ricordando che questo sarà il primo Mondiale senza Maradona. Ecco come cita il post: «Il primo Mondiale senza te.»
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Non è la prima volta che Matthäus si esprime su Maradona. Negli ultimi mesi ha anche voluto restituire la maglia che si scambiarono nella finale di Messico 86′. Il suo gesto è stato per restituire al popolo argentino ciò che gli spettava.
Matthäus, durante un’intervista, ha dichiarato che Maradona voleva convincerlo a venire al Napoli e inviò alcune persone a Monaco per persuaderlo. Matthaus lo ricorda con grande piacere:
«Dopo il Mondiale del 1986, Diego mandò un gruppo di persone da Napoli a parlare con me. Disse loro: “Ehi, dovete portarmi Matthaus nella mia squadra”. Era un sabato, avevo appena giocato una partita di Bundesliga a Colonia. Volai a Monaco e arrivai in un ristorante italiano alle 22:00, dove chi curava i miei interessi aveva mangiato e bevuto per tutta la serata assieme a questi ragazzi. Mi fu spiegato cosa volevano. Avevo la possibilità di firmare un contratto triennale con il Napoli. Diego mi voleva ad ogni costo. Per me era pronto anche una specie di bonus di benvenuto: era un milione di marchi tedeschi. I soldi stavano in una borsa nera, accanto a me, sul pavimento. Se avessi accettato, sarebbero stati i miei. Sarebbero stati i miei anche se avessi rifiutato, purché promettessi di non firmare con nessun altro club italiano. Iniziai a pensare che erano tanti soldi. Quattro volte quanto prendevo al Bayern. Ma ho detto che non mi sarei lasciato comprare in questo modo. Era qualcosa che non faceva per me. Mi sembrava complicato. Tornarono a casa coi loro soldi, ma non con la mia firma».