L’ex ginnasta Donati: «Noi atleti maschi nascondevamo il pane nella felpa per darlo alle ragazze affamate»
Lo scandalo ginnastica si allarga all’aerobica. L'ex campione Davide Donati a La Repubblica: «A tavola dividevano le magre dalle grasse. La Federazione sapeva»

«Noi atleti maschi nascondevamo il pane nella felpa per darlo alle ragazze affamate».
Lo scandalo che ha travolto la ginnastica ritmica si allarga anche al mondo della ginnastica aerobica. Su La Repubblica la testimonianza di Davide Donati, tre volte campione del mondo con la Nazionale di aerobica. Racconta le vessazioni e le discriminazioni subite dalle ragazze durante i raduni mensili delle selezioni junior in un’accademia milanese. Donati ha chiuso la sua carriera nel 2021.
«Durante ogni pasto le ragazze venivano divise in base al peso: c’erano due tavoli, uno per le magre e l’altro per le grasse, come venivano definite dai tecnici. La separazione fisica era per loro un’umiliazione quotidiana. Il menu ovviamente cambiava in base ai tavoli: quelle considerate magre potevano mangiare qualcosa in più delle altre».
Donati continua:
«Noi maschi, che potevamo mangiare anche il pane, spesso lo nascondevamo dentro il cappuccio della felpa e lo portavamo alle ragazze che avevano fame dopo il pranzo».
Donati lo dice chiaramente: la Federazione sapeva.
«Non sono casi isolati. Le loro parole hanno aperto una ferita dolorosa in tutti noi e vogliamo sostenerle. E che non si dica che la Federazione non era a conoscenza di questi atteggiamenti. Era il 2020, abbiamo elencato le problematiche e raccontato ciò che accadeva».
Intollerabili gli attacchi subiti in questi giorni dalle ragazze che hanno denunciato l’accaduto.
«Vedere le ragazze attaccate da persone che dubitano, che dicono che non erano abbastanza forti da reggere quei tipi di allenamenti o che siano in cerca di visibilità perché non hanno sfondato ha fatto scattare una molla. Non vogliamo che questo caso sia circoscritto alla ritmica. In passato abbiamo vissuto in prima persona la famosa scena del peso con le umiliazioni e i commenti, perché con le ragazze formavamo una squadra unica. I tecnici davano anche un soprannome al gruppo che aveva qualche etto in più, lo chiamavano “la squadra delle triple chiappe”. Nel 2010, prima di una gara internazionale, abbiamo visto gli allenatori che mettevano le femmine in fila, di schiena, e passando le insultavano per i loro sederi. Per non parlare di quando, mentre eravamo tutti in palestra, abbiamo subito delle perquisizioni nelle camere per toglierci le poche provviste che ci eravamo portati da fuori. Ci hanno sgridato e fatto vergognare».