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Il Napoli signore delle rimonte

In campionato sono quattro (più le due volte che si è riportato in vantaggio). La squadra ha una solidità mentale che è la grande novità rispetto al passato

Il Napoli signore delle rimonte
Db Bergamo 05/11/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Eljif Elmas

Il Napoli signore delle rimonte

Le rimonte passano a quattro. In tredici partite di campionato. E se vogliamo aggiungere i gol segnati dopo che gli avversari hanno portato la partita in parità, saliamo a sei. Per sei volte – sempre in tredici partite, quasi il 50% – il Napoli ha saputo ribaltare il risultato. Un comportamento tipico delle grandi squadre, consapevoli, che sanno leggere e interpretare i momenti delle partite. Annusare il pericolo, avrebbe detto quel tale che allena a Valencia.

Questo Napoli ha pochissimo in comune con la squadra dello scorso anno, così come quelle del lungo ciclo. A tutte quelle squadre faceva difetto la forza mentale che invece è una delle principali qualità del Napoli creato da Giuntoli e assemblato da Spalletti. È come se fosse programmato per vincere. Non sa che cosa sia l’ansia. Non si smarrisce mai. L’avversario colpisce? Bene, si va a centrocampo e gli si restituisce il colpo con gli interessi. È una squadra che ti demolisce non solo con la qualità, con la capacità di variare il gioco, ma proprio con la solidità mentale.

“Ci hanno fatto arrabbiare”, disse Diego Armando Maradona ospite della Domenica Sportiva nel 1986, la sera di Juventus-Napoli 1-3. I bianconeri andarono in vantaggio con Laudrup e gli azzurri si scatenarono. Ne segnarono tre ma fu un vero e proprio tiro al bersaglio.

Il Napoli signore delle rimonte

Più o meno come accaduto in sei partite su tredici in Serie A. La prima volta è proprio all’esordio, al Bentegodi. Gol di Lasagna al 29esimo minuto e otto minuti dopo il georgiano, di testa, porta il risultato in parità. Nella stessa partita, sul 2-2, il Napoli ne segna altri tre. Il primo di Zielinski su assist al bacio di Kvaratskhelia.

La seconda rimonta il 3 settembre, stadio Olimpico di Roma. Avversaria è la Lazio di Sarri subito in rete con Zaccagni (quarto minuto). A suonare la carica – ça va sans dire – è Kvicha che con una ruleta su Luis Alberto colpisce il palo e poi ci pensa prima Kim e poi il georgiano. Risultato finale Lazio-Napoli 1-2.

A Milano contro il Milan, altro scontro diretto, non una rimonta però il Napoli si riporta in vantaggio dopo il momentaneo pareggio di Giroud. Anche in questo caso passano meno di dieci minuti e ci pensa Diego Simeone, di testa, a correggere in rete il cross di Mario Rui.

Stesso discorso a Cremona. Non una vera e propria rimonta. Ma a inizio ripresa i lombardi si riportano in parità con Dessers. Il Napoli macina gioco e al 76esimo ci pensa ancora il Cholito, ancora di testa e ancora su cross di Mario Rui, a invertire il trend.

Parliamo solo delle partite di campionato. Per una volta lasciamo da parte le coppe europee. Napoli-Bologna 3-2, con l’inatteso vantaggio rossoblù al 41esimo con Zirkzee. Quattro minuti e il Napoli pareggia con Juan Jesus. E quando il Bologna si riporta sul 2-2 con Musa Barrow, ci pensa Osimhen a segnare il 3-2 (su assist di chi? Di Kvaratskhelia).

Ieri sera, a Bergamo, l’ultima esibizione. Rete dei bergamaschi su rigore e poi impressionante uno-due pugilistico della squadra di Spalletti. Prima Victor Osimhen e poi Elmas dopo strepitosa azione di Osimhen che sulla destra demolisce la resistenza di Demiral e poi serve il nord macedone.

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