Forghieri è stato la Ferrari. Aveva 26 anni quando il Drake gliela affidò
Sul Giornale. È morto a 87 anni. Ha progettato macchine imbattibili. Senza i dissapori Lauda-Ferrari avrebbe vinto di più. E con lui ai box tra Villeneueve e Pironi non sarebbe finita così

Mauro Forghieri è stato la Ferrari. Se n’è andato a 87 anni, nel sonno, nella sua Imola. Umberto Zapelloni, sul Giornale, gli tributa un articolo bellissimo. Ve ne riportiamo stralci.
Come Mauro Forghieri non ne sono nati più. Per uomini capaci di progettare il telaio e il motore, scegliere i piloti e poi dirigere la squadra in pista, non c’è più spazio nella Formula 1 moderna dove domina l’iperspecializzazione.
è stato il mago della Formula 1 romantica, quella in cui il responsabile della Gestione sportiva ferrarista doveva fare quasi tutto da solo, anche far bollire l’acqua per la pasta con il saldatore, rischiando di farsi poi trovare addormentato sotto la doccia tanto era sfinito. La Ferrari ci ha messo un po’ a onorare un uomo che è stato una parte importante della sua storia. Il messaggio social è arrivato a tempo quasi scaduto, ma con le parole giuste: «Le leggende durano per sempre. È stato un onore fare la storia insieme». Perché Mauro Forghieri è stato davvero leggendario.
In Formula 1 con lui la Ferrari ha conquistato 54 gran premi, 7 mondiali costruttori e 4 mondiali piloti con Surtees, Lauda (2) e Scheckter. Avrebbero potuto essere molti di più senza il fuoco del Nurburgring che incrinò il rapporto tra Lauda e il Commendatore. La sua serie 312 T degli anni Settanta era una macchina imbattibile, almeno fino alla T4 campione del mondo
con Jody Scheckter nel 1979. Poi venne l’era del Turbo che senza il tragico 1982 avrebbe portato altri mondiali piloti a Maranello. Se solo Forghieri fosse stato ai box quella domenica a Imola (era in permesso per la comunione del figlio) Gilles e Pironi non avrebbero mai litigato perché lui non avrebbe mai permesso un cartello tanto ambiguo.
Ferrari gli affidò il reparto corse quando aveva 26 anni dopo la fuga di Carlo Chiti e altri sei tecnici in lite con il Commendatore
per colpa della moglie. «Quando Enzo Ferrari mi chiamò per mettermi al mio posto, ho pensato che fosse pazzo perché mi mancava totalmente l’esperienza necessaria – raccontava -. Avevo solo 26 anni ed ero appena uscito dall’università. Lui mi disse: “Tu pensa a fare il tecnico e non ti occupare d’altro. Io ti starò vicino”. E così ha fatto.