CorSport: il Napoli di Spalletti può arrivare a offuscare quello di Sarri

Il Napoli di Sarri era forse più forte nelle individualità, ma questo, figlio di una rivoluzione, non è ancora esploso e ha prospettive inimmaginabili

Spalletti e Sarri La Lazio

Roma 27/02/2022 - campionato di calcio serie A / Lazio-Napoli / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti-Maurizio Sarri

Il Corriere dello Sport mette a confronto il Napoli di Sarri e quello di Spalletti. Se è vero che il primo nelle individualità era forse più forte, è anche vero che il Napoli di Spalletti, nato dalla rivoluzione estiva, ha ancora prospettive inimmaginabili e può offuscare quello di Sarri.

“Quella squadra apparteneva ad un progetto consolidato, figlio del tempo, avviato da Benitez e rifinito dal ‘mago’ di Figline attraverso la continuità. Questa è la rappresentazione plastica di una rivoluzione totale, shakerata dal ‘genio’ di Certaldo, fusa immediatamente con un calcio egualmente stellare. Nel faccia a faccia tra i singoli sarebbe ancora davanti il Napoli di Sarri, ma quello di Spalletti sta germogliando non è esploso del tutto, ha prospettive inimmaginabili, può eguagliarlo in fretta, persino offuscarlo”.

Il quotidiano sportivo si lancia nei confronti tra i singoli. Ne citiamo alcuni, come quello tra Jorginho e Lobotka.

“le stesse diversità che sembra esistano tra la verticalità di Jorginho e l’intelligenza di Lobotka, un radar che ha meno tracce ma dà più centralità, persino maggior personalità”.

O quello tra Insigne e Kvaratskhelia.

“Il tiraggiro di Insigne – il migliore: 14 gol stagionali, 13 assist – ora viene declamato nei dribbling di Kvaratskhelia – 8 gol e 8 assist – che nella sfrontata esuberanza dei suoi 21 anni traccia effetti speciali e induce a vagare nell’incertezza tra uno scugnizzo di Frattamaggiore e il suo omologo georgiano, che pare già più letale”.

Il livello della panchina del Napoli di Spalletti è maggiore.

“Juan Jesus e Olivera, Ndombele ed Elmas, Raspadori e Simeone e Lozano (o Politano): il livello dei cambi si è alzato, è cresciuta la panchina, che si è allargata e ora consente cinque cambi”.

Insomma, è un altro calcio quello che giocava il Napoli di Sarri rispetto a quello di Spalletti.

“Uno palleggiava anche molto orizzontale, preparando (principalmente ma non esclusivamente) lo sfondamento a sinistra. L’erede è padrone delle sfide, le orienta, pare persino plasmarle o indirizzarle”.

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