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Bentancur: «Sono andato via dalla Juve perché la squadra aveva perso fame e rabbia»

A Tuttosport: «L’abitudine ai trionfi rende la pancia piena e riduce le motivazioni. Al Tottenham sto bene, Conte ha cambiato la nostra mentalità».

Bentancur: «Sono andato via dalla Juve perché la squadra aveva perso fame e rabbia»
(account Twitter Juventus)

Un tuffo nel passato, uno sguardo al presente ed un futuro tutto da scrivere, Rodrigo Bentancur si racconta in un’intervista a Tuttosport, toccando temi importanti come la sua avventura alla Juventus, l’approdo in Premier League e il suo ruolo nel Tottenham di Antonio Conte:

«La verità è che sono felice, contentissimo, assai soddisfatto di quanto sto realizzando con il Tottenham.
Ho già segnato 3 gol in questa stagione (due in Premier e uno in Champions)e non siamo nemmeno a metà di questo campionato».

Bentancur ha espresso la sua soddisfazione nel vedere come il nuovo modulo proposto dal suo allenatore abbia giovato anche la sua crescita:

«Ora che il tecnico, il manager come si dice qui in Inghilterra, Antonio come lo chiamano con enorme affetto i nostri tifosi, ha cambiato sistema di gioco, puntando su una mediana con 3 centrocampisti, mi chiede di spingermi con più costanza nei pressi dell’area avversaria, di provare maggiormente ad andare al tiro.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: credo che sia un discorso di confidenza, di sicurezza nei propri mezzi».

Stima e fiducia del tecnico hanno fatto la differenza per lo stesso uruguaiano ed il club londinese:

«Quando senti che credono in te senza se e senza ma perdi ogni tipo di timidezza e ci provi. Conte mi ha
ritagliato un ruolo importante nella squadra, avverto la sua fiducia in ogni momento, in allenamento e in
partita. Poi, chiaro, a volte ci sono i momenti no, i periodi grigi: succede in qualsiasi squadra, ma a livello personale sono strafelice, mi sento in una forma divina e Conte mi ha regalato un ruolo fondamentale. Farò
di tutto perché non cambi mai idea, darò il massimo per continuare così».

La mentalità di Conte non ha sorpreso Bentancur che ne ha sposato ogni singolo lato, diventando uno degli uomini simbolo di questo team:

«Il segreto di questo Tottenham? È cambiata la mentalità: è proprio su questo aspetto che Conte ha insistito, martellandoci continuamente. Non dobbiamo arrenderci, mai, fino al triplice fischio dell’arbitro: abbiamo appreso perfettamente la lezione e infatti varie volte in questa stagione abbiamo centrato il successo negli ultimi minuti di gioco, abbiamo trionfato in 6 o 7 partite segnando tra il 90′ e il 95′. Per quanto mi riguarda, io continuerò a dare il 150% delle mie possibilità per il bene del Tottenham, per aiutare i miei compagni».

Non mancano, però, i ricordi vissuti alla Juventus e parole al miele per la dirigenza ed i compagni. Afferma anche che gli anni in Italia lo hanno portato a diventare un giocatore più completo e responsabile, ma con qualche rimpianto:

«Cosa ricordo della mia esperienza alla Juventus? Bene: credo che i primi tre anni, parlando personalmente, siano stati di crescita, di miglioramento gara dopo gara. Gli ultimi due, invece, non sono stati soddisfacenti. Penso che quella Juve avesse perso un po’ di fame, di rabbia. Quando vinci molto, il rischio è che il gruppo si abitui ai trionfi, abbia la pancia troppo piena e vengano meno le motivazioni. Volevamo sollevare la Champions: non esserci riusciti ci ha frustrato, e molto. Il giudizio generale sui miei anni bianconeri è però che sono stati fantastici, sono cresciuto tantissimo, il club mi ha dato tutto sotto ogni aspetto, la tifoseria mi è sempre stata vicina. La Juve è stata la mia famiglia, il sentimento non muta né cambierà mai. Auguro loro trionfi in serie e ogni bene, ma la realtà era che, dopo essere rimasto alla Juve così a lungo, avevo bisogno di un cambio di aria, di campionato, di obiettivi, di tipo di calcio. Arrivare in Premier è stato un salto di qualità importante: se non avessi fatto le cose per bene, adesso non sarei qui a parlare con te».

Lo sguardo e le parole di Bentancur tornano, però, al presente, al suo Tottenham e alla futura doppia sfida contro il Milan, soffermandosi molto sul reparto che potrebbe essere decisivo e su quali suoi compagni potrebbero decidere entrambe le partite:

«In Champions abbiamo beccato il Milan: sono due grandi club che stanno tornando a livelli d’eccellenza. La sfida con i rossoneri si deciderà a centrocampo: loro hanno giocatori meravigliosi. Ma il tema delle seconde palle nelle partite di Champions è fondamentale. E poi i rossoneri facciano attenzione al nostro reparto avanzato: Kane, Son, Kulusevski che ora ha smaltito l’infortunio sono elementi che possono risolvere ogni partita in qualsiasi istante»

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