Sconcerti: la vittoria della Juve è merito di Agnelli. La Juve si è comportata da grande club
Sul CorSera. Le parole del presidente hanno tolto alibi a giocatori e tecnico. I giocatori rispettano la rabbia e la diversità di chi li paga

Milano 07/07/2020 - campionato di calcio serie A / Milan-Juventus / foto Image Sport nella foto: Andrea Agnelli
Sconcerti: la vittoria della Juve è merito di Agnelli. La Juve si è comportata da grande club.
Mario Sconcerti commenta la vittoria della Juventus nel derby di Torino sul Corriere della Sera. E’ stata una vittoria di Agnelli, scrive. La sua reazione, nel parlare di vergogna, è stata quella di un presidente di un grande club. Ha eliminato qualsiasi alibi per il tecnico e per i calciatori, quella è stata la svolta. I giocatori, scrive, rispettano la rabbia e la diversità di chi li paga. Nella fattispecie, appunto, il presidente Agnelli.
“Abituati come siamo a giudicare tutto attraverso slogan (mercato, allenatore, competenza generale, tutte cose su cui i tifosi si possono sentire alla pari con i protagonisti), si è dato poca importanza all’intervento di Andrea Agnelli dopo la partita con l’Haifa. La svolta è stata lì, i giocatori rispettano la rabbia e la diversità di chi li paga. Agnelli ha usato parole dure, ha parlato di vergogna e di responsabilità, della necessità di uscire insieme dal momento. Ha tolto alibi a giocatori e tecnico assumendosi i rischi del futuro. Questo è un comportamento da antica grande società. È coerenza nell’epoca dei social, una contraddizione in termini che da qualche parte andava comunque ripresa”.
Quelle di Agnelli sono parole che oggi non si dicono più, continua Sconcerti. Non le ha mai proferite Zhang e nemmeno Friedkin. Così come i presidenti del Milan o quello della Fiorentina. Oggi, scrive, i presidenti non si prendono colpe, per questo fa tanto rumore quando qualcuno lo fa, come Agnelli.
“Non le ha mai dette Zhang, le ha fatte dire nel suo modo felpato e inutile a Marotta. Non le ha mai dette Friedkin, che le lascia dire a Mourinho confondendo i ruoli. Non hanno mai parlato né Elliott né Cardinale. Commisso quando parla non lo fa mai sui problemi della squadra, ma su quelli con la stampa. Nessun presidente si prende colpe, per questo quando uno lo fa porta rumore e conseguenze”.