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Perché Ambrosino al Como fa solo tribuna?

Uno dei pochi talenti del vivaio è finito nel dimenticatoio in riva al Lago. A questo punto non capiamo come mai non sia andato al Bari

Perché Ambrosino al Como fa solo tribuna?
Db Dimaro (Tn) 14/07/2022 - amichevole / Napoli-Anaune Val di Non / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Giuseppe Ambrosino

Venti gol e cinque assist complessivi nella scorsa stagione, punta di diamante della Primavera del Napoli e capocannoniere del campionato di categoria: di Giuseppe Ambrosino Di Bruttopilo, giovanissimo centravanti originario di Procida, s’è scritto e s’è detto tanto fino a qualche settimana fa. S’è scritto di un fiuto del gol fuori dal comune, di una certa abilità palla al piede ma anche di una sagacia tattica che vista la giovanissima età (parliamo di un classe 2003) era da considerare importante. Suo padre (sicuramente di parte, per carità) l’aveva addirittura paragonato a quel Gonzalo Higuain che proprio ieri ha annunciato il suo ritiro. Ovviamente si riferiva alle caratteristiche.

Sta di fatto che molti di quei complimenti – almeno a giudizio di chi scrive – non erano regalati. Ambrosino se li stava guadagnando sul campo. Con la Primavera del Napoli, che senza di lui assomiglia alla squadra di un torneo interparrocchiale, ma anche con le nazionali giovanili: questa estate Ambrosino è stato tra i protagonisti dell’ottimo Europeo Under 19 dell’Italia di Nunziata che si è fermata solo in semifinale. Ha fatto coppia con Miretti, lui e lo juventino hanno fatto fuoco e fiamme. Ora Miretti gioca in bianconero e in Champions League – e complici gli infortuni di Pogba e Rabiot trova pure discreto spazio – e Ambrosino fa tribuna (non panchina, tribuna) nel Como di Fabregas e Cutrone, ultimo in classifica in Serie B. È una situazione inspiegabile.

Ambrosino ha svolto il ritiro di Dimaro col Napoli. Spalletti ne ha parlato bene. È andato a segno nell’amichevole che gli azzurri hanno giocato contro la Juve Stabia al Maradona, quando sono stati presentati Raspadori, Simeone e Ndombelé. Il prestito nel campionato cadetto sembrava la strada giusta per garantirgli continuità, un po’ com’era accaduto con Zerbin – ora al Napoli, ma non più proprio giovanissimo – e Gianluca Gaetano. E però – l’abbiamo scritto a luglio in un articolo – occorreva che il club partenopeo scegliesse in maniera oculata la sua destinazione.

Ci chiediamo: possibile che il vivaio del Napoli – che, diciamocelo serenamente, non ha sfornato tutti questi campioni negli ultimi anni – non tutela un progetto di calciatore quantomeno interessante? Per Ambrosino occorreva una squadra che gli desse l’opportunità di giocare, possibilmente una squadra con una qualche ambizione. In caso contrario, tanto valeva tenerselo. Invece di seguire il percorso di Zerbin, avrebbe fatto quello di Zanoli e amen. Sempre meglio che scaldare le tribune dello stadio Sinigaglia di Como, tesserato (non calciatore) di un club che ha esonerato il Gattuso meno famoso (Giacomo) e che ora è allenato da Moreno Longo, ex Frosinone. Entrambi gli allenatori non lo hanno neanche considerato. Non si capisce bene perché, ma tant’è. Nel frattempo ha collezionato una presenza nella Nazionale Under 20.

La domanda da un milione di dollari è perché non sia andato al Bari, a questo punto. La società dei De Laurentiis è prima in classifica e avrebbe di certo assicurato un occhio di riguardo al calciatore.

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