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Il capo ultrà dell’Inter ucciso: il suo ritorno aveva creato spaccature nella curva

Il Corsera. Era tornato dopo l’ultrà ucciso prima di Inter-Napoli. Gli schiaffi tra Boiocchi e Caravita storico portavoce della curva. Poi la pace, per gli investigatori solo mediatica.

Il capo ultrà dell’Inter ucciso: il suo ritorno aveva creato spaccature nella curva
Db 25/09/2018 - campionato di calcio serie A / Inter-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Inter curva Nord ultras

Il capo ultrà dell’Inter ucciso. Vittorio Boiocchi, 69 anni. Bravissima persona, come potete leggere qui. Il Corriere della Sera riporta anche il nome di Piscitelli, Diabolik, altro storico capo ultrà (della Lazio) ucciso.

A proposito di Boiocchi, il capo ultrà dell’Inter ucciso ieri sera con cinque colpi di pistola, il Corsera ricostruisce gli equilibri della curva al suo ritorno in curva: aveva creato una rivalità interna.

Boiocchi era stato scarcerato nel 2019. Da quel momento aveva ripreso le redini della curva Nord, tornando sul trono occupato negli anni ‘90 al momento del suo arresto in una maxi operazione. Aveva approfittato di un cambiamento alla guida del direttivo del tifo organizzato interista avvenuto in seguito alla morte del tifoso varesino Daniele Belardinelli investito da un’auto di ultrà napoletani il 26 dicembre del 2018 durante gli scontri tra la tifoseria campana è quella interista in via Novara. Boiocchi era tornato in curva nel settembre 2019, la sua presenza aveva scosso e stravolto gli equilibri del tifo. Durante Inter-Udinese l’episodio più clamoroso con alcuni ultrà che hanno dedicato un coro al vecchio capo. Un’azione che aveva fatto volare gli schiaffi tra Boiocchi e lo storico portavoce della curva, Franchino Caravita. Poi Boiocchi era stato colpito da un attacco di cuore.

Nei giorni successivi una fotografia postata sui social sembrava aver messo fine alla diatriba: nel suo letto d’ospedale Vittorio Boiocchi abbracciato da Caravita. In realtà secondo gli investigatori si era trattato di un mero tentativo di far rientrare la crisi a livello mediatico. Da quel giorno infatti i vertici della curva erano tornati sotto il controllo del 69enne. Nei mesi scorsi il suo nome era emerso in un’indagine su affari legati all’indotto dello stadio come il business dei parcheggi.

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