Gazzetta: Lobotka ricorda Francesco Romano nel Napoli dello scudetto
Non segna, eppure disegna. Incredibile come sia diventato la matita silenziosa del Napoli. Sembra telecomandato dalle lavagne del mister

Lobotka ricorda l’innesto di Francesco Romano nel Napoli del primo scudetto. Lo scrive Roberto Beccantini sulla Gazzetta dello Sport.
“Non segna eppure disegna, è incredibile come Stanislav Lobotka sia diventato la matita silenziosa del Napoli“.
“Per l’applicazione feroce che ci mette e le vaste zolle che ara, lo chiamo «Robot-ka». Seguitelo: sembra telecomandato dalla bulimia podistica, dalle lavagne del mister. Prende palla, la cesella, dribblando o caracollando, e poi la consegna a domicilio, postino seriale e puntuale, un Luis Del Sol adeguato al «fast-foot», un Arthur inserito in un sistema più congeniale ai suoi mezzi e lontano dal «casino disorganizzato», tanto per parafrasare Eugenio Fascetti, che lo incatenò alla Juventus. Paolo Di Canio ha scomodato il righello di Xavi. Addirittura”.
Anguissa e Zielinski ne hanno integrato “lo stile, i gusti, la «cazzimma»”.
“Se Khvicha Kvaratskhelia è la vetrina del Napoli, e Giacomo Raspadori la reazione orizzontale alla tirannia verticale di Erling Haaland, il piccolo Stanislao è la rotella che scopri «dopo», non prima e nemmeno durante. Al netto dei singoli repertori, e delle barriere temporali che ne separano le carriere, ricorda l’innesto di Francesco Romano nell’autunno del 1986. L’edicola sbadigliò. Viceversa, aiutò Ottavio Bianchi ad addobbare la Camelot di Diego. E fu scudetto. Il primo”.