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Gazzetta: il Napoli non è una meteora, ma un progetto di grande squadra

Non si tratta solo di un momento fortunato, lo dicono i numeri. Solo l’Arsenal nel 2010 ha fatto meglio, nelle prime tre partite di Champions 

Gazzetta: il Napoli non è una meteora, ma un progetto di grande squadra

Il Napoli non è una meteora, scrive la Gazzetta dello Sport in un pezzo a firma di Maurizio Nicita. Lo dicono i numeri.

“Specchiarsi a inizio stagione per scoprirsi la più bella del reame europeo è esercizio pericoloso per chiunque. Ma qui non siamo di fronte a una meteora, a un momento fortunato, perché questo Napoli è un progetto di grande squadra”.

Le statistiche collocano il Napoli al livello delle grandi e storiche big d’Europa.

“Solo l’Arsenal di Arsene Wenger, annata 2010, nella storia della Champions ha fatto meglio nelle prime tre partite”.

12 marcatori stagionali

I marcatori, per il Napoli, sono in tutto 12, hanno contribuito a segnare giocatori di ogni reparto.

“A conferma di questa capacità di arrivare alla porta avversaria da ogni parte i 12 marcatori stagionali, con tutti i reparti che contribuiscono ad assommare i 31 gol in sole 11 partite. E se nell’Europa che conta solo Bayern Monaco, Paris Saint-Germain e Manchester City hanno segnato più del Napoli significa che gli azzurri stanno avvicinando una élite internazionale”.

Non solo: 4 delle reti segnate in Champions, dunque più del 30%, sono state firmate da giocatori subentrati dalla panchina.

“Non è particolare da poco. Perché una delle peculiarità di questa squadra, che la rende potenzialmente inestimabile, è quella di saper cambiar spartito e orchestrali durante la stessa partita con il direttore Spalletti capace di variare ritmo e solisti per raggiungere la vittoria (9 su 11 gare in meno di due mesi) come una sinfonia. Questo perché il direttore d’orchestra sa sempre che musica vuol suonare e i componenti hanno condiviso l’impostazione. Non è semplice ottenere sempre il massimo da chi subentra, perché magari sperava di giocare titolare. Ma questo modo di alternarsi, per tenere sempre alti i ritmi della gara, fa diventare il Napoli squadra competitiva a livello internazionale, capace di imprimere alle partite quell’intensità tipica del calcio inglese”.

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