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Come gioca l’Ajax: i fari sono Blind e Tadic. No centravanti, segnano tutti

Gioco olandese: recupero del pallone, il rischio dell’uno contro a uno che esalta Rensch, classe 2003, che se la vedrà con Kvaratskhelia

Come gioca l’Ajax: i fari sono Blind e Tadic. No centravanti, segnano tutti
Amsterdam (Olanda) 28/09/2021 - Champions League / Ajax-Besiktas / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza a fine gara Ajax

Perché dovrei essere nervoso?”. Inizia così la conferenza stampa di Alfred Schreuder nell’immediato post-partita alla Johan Cruijff ArenA, dopo che la squadra di casa ha pareggiato 1-1 contro il modesto ma valoroso Go Ahead Eagles attualmente tredicesimo in Eredivisie.

All’allenatore dell’Ajax viene chiesto del secondo passo falso consecutivo in campionato (lo scorso 18 settembre, prima della pausa, i suoi uomini sono stati battuti 2-1 dall’AZ Alkmaar) ma anche, soprattutto, delle sue sensazioni in vista della sfida di Champions League contro il Napoli.

Nelle ultime due gare la squadra di Amsterdam non è apparsa come vorrebbe, ovvero fluida e ricca di idee in fase possesso. Rispetto alla squadra che l’anno scorso ha sbalordito tutti durante la fase a gironi, vincendo il Gruppo C a punteggio pieno e con 20 gol fatti e soli 5 subiti, umiliando – letteralmente – il Borussia Dortmund di Haaland e lasciando dietro lo Sporting Lisbona e il Besiktas, l’Ajax ha visto partire almeno metà del suo undici titolare. Hanno salutato Amsterdam Antony, Lisandro Martinez, Mazraoui, Gravenberch, Tagliafico e Haller, oltre a Onana, destinato all’Inter, e Schuurs, oggi al Torino. Incassati oltre duecento milioni, metà dei quali investiti nuovamente dalla dirigenza per rinforzare la rosa.

Se anche il settore giovanile continua a produrre ogni anno baby calciatori di valore, con Overmars (prima) e il duo Huntelaar-Hamstra (adesso), il club che fu di Johan Cruijff e Ruud Krol mantiene un occhio vigile sul mercato, andando ben oltre i confini del centro dove si allena il settore giovanile, lo spettacolare De Toekomst, e l’idea di sostenersi valorizzando i propri talenti. In estate sono arrivati Steven Bergwijn dal Tottenham (pagato 31 milioni), Calvin Bassey dai Rangers (23 milioni) milioni e Owen Wijndal dall’AZ (10 milioni) e Brian Brobbey, acquistato dal Lipsia per 16 milioni di euro dopo che, solo un anno prima, era stato lasciato partire a parametro zero.

La società biancorossa, però, continua ad attuare la sua politica di valorizzazione dei giovani. In quest’ottica si spiegano anche gli arrivi dei vari Francisco Conceição, figlio d’arte, del difensore turco Ahmetcan Kaplan e dell’italiano Lorenzo Lucca, il primo italiano a vestire la maglia dell’Ajax.

Come gioca l’Ajax

L’organico affidato ad Alfred Schreuder ha un’età media di poco più di 24 anni e ha margini di crescita enormi. L’esperienza di Daley Blind, Dusan Tadic e del portiere Remko Pasveer fa da contraltare ai tanti giovani di belle speranze come Timber, Rensch e Taylor.

Chiusa l’era di Erik ten Hag, l’Ajax e Schreuder sono ripartiti dalle certezze, rifugiandosi nel 4-3-3 di chiaro stampo olandese, con pedine tecniche e dinamiche, secondo quei principi di gioco che sono radicati nel codice genetico del club.

Usando una varietà di registri quasi infinita nell’applicazione del modulo, possiamo semplificare dicendo che l’Ajax alterna sistematicamente due sistemi di gioco. A seconda di chi tra i vari Klaassen, Alvarez, Grillitsch, Taylor, Berghuis e Kudus va a comporre il terzetto della mediana, l’Ajax gioca con il 4-2-3-1 o il 4-3-3, semplicemente invertendo il vertice del suo centrocampo. Seguendo la strada tracciata da Ten Hag, Schreuder chiede ai suoi di associarsi continuamente tra loro, scambiandosi posizioni e compiti, generando uno schieramento che non dà grossi punti di riferimento, pur rimanendo fedele alla costruzione del gioco dal basso.

Nei due precedenti impegni di Champions League, l’Ajax ha giocato con lo stesso undici ed è probabile che possa ripetersi nella sfida con il Napoli: Pasveer in porta, Rensch, Timber, Bassey e Blind dietro, Edson Alvarez e Taylor in mediana, Bergwijn, Berghuis e Tadic alle spalle di Kudus. Il ghanese si cala alla perfezione in un contesto tattico che non prevede punti di riferimento e, grazie a importanti doti tecniche e fisiche, si sta facendo apprezzare come terminale offensivo tutto mancino, pur essendo sulla carta un centrocampista. In virtù del suo background e avendo ai suoi lati giocatori mobili come Bergwijn e Tadic, Kudus può spaziare su tutto il fronte offensivo e attaccare la porta partendo da lontano. Il suo bottino, ad ora, parla di sei gol segnati nelle prime dieci gare (uno ogni 63 minuti) tra campionato e Champions. Il suo stato di forma è, per Schreuder, uno dei dati più incoraggianti delle ultime partite.

Subito dopo la partita pareggiata sabato con i Go Ahead Eagles, l’allenatore dell’Ajax ha detto che “gli avversari hanno lasciato pochissimi spazi e, visto che davanti eravamo troppo statici e non abbastanza creativi”, la sua squadra ha avuto più di qualche difficoltà.

Solitamente, infatti, sfruttando il dinamismo e l’alto tasso tecnico dei suoi giocatori, Schreuder mira a mantenere sempre il controllo del campo. In fase di non possesso, l’imperativo è di andare subito a recuperare il pallone, alzando il baricentro e accettando il rischio dell’uno contro uno a tutto campo. Questa situazione di gioco può mettere in luce le doti del terzino destro Devyne Rensch, classe 2003, chiamato a contrastare un avversario scomodo come Kvaratskhelia.

Lo sviluppo dell’azione ajacide, invece, parte dalla sinistra, dove agisce il figlio d’arte Daley Blind (il padre Danny è stato una bandiera dell’Ajax per 13 stagioni), sicuramente l’interprete del gioco meno dinamico e dotato di minore intensità di tutta la squadra, ma al tempo stesso capace di leggere molto bene le situazioni di gioco e pedina fondamentale in fase difensiva.

Nella fase di manovra dell’Ajax, Blind è fondamentale per far uscire in maniera pulita la palla dalla pressione tanto quanto lo è Dusan Tadic quando si abbassa a dialogare con il centrocampo o scambia nel breve con i compagni di reparto. Il trentatreenne serbo è un talento che si accende a intermittenza, dotato di uno straordinario controllo di palla e un’abilità nel separarsi dal marcatore e scambiare nel breve fuori dal comune. Le giocate più brillanti vengono spesso dai suoi piedi ed è lui il primo a provare a bucare la linea difensiva avversaria attraverso triangolazioni rapide e corse alle spalle dei centrali. Kim e Rrahmani dovranno prestare particolare attenzione ai suoi movimenti dalla fascia a tagliare verso il centro o come falso nueve.

Senza il centravanti di ruolo, infatti, l’Ajax si rende pericoloso con i suoi giocatori sulla trequarti. Steven Bergwijn, con sei gol, è il capocannoniere, ma occhio a come Steven Berghuis possa avere un certo peso offensivo, grazie alla capacità di saper riempire gli spazi che si vengono a creare per via del continuo movimento dei compagni di squadra.

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