Al CorSport: «Prima pareva una scheggia impazzita, ma era un bambino, aveva bisogno di conoscere il nostro calcio e le nostre difese».
Sul Corriere dello Sport un’intervista a Bruno Giordano, campione del Napoli del primo scudetto. Parla di Osimhen.
«Bravo, bravissimo, da far rabbrividire per il modo in cui cerca la porta e la trova».
Osimhen, dice, ha ampi margini di miglioramento.
«Impressionanti. Può diventare tra i più forti in circolazione, ammesso non lo sia già».
E non è più individualista come era all’inizio.
«Non è un’impressione. Gioca per la squadra, dà aiuto nelle due fasi, anche sulle palle inattive nella propria area, fa da sponda, si appoggia, aiuta il Napoli a salire, scarica sui compagni. Per un po’, pareva una scheggia impazzita. Ma era un bambino, ventuno anni, ed aveva bisogno di conoscere il nostro calcio e le nostre difese. Il resto l’ha fatto Spalletti».
Su Spalletti:
«Osimhen ha tutte le doti di questa terra, ma Spalletti è stato bravissimo. A un certo punto, mi è sembrato si stesse riscaldando Raspadori, e ci stava, però poi ha voluto continuare così, senza alterare certi equilibri anche fisico-tattici. Uno che manda in campo il giovane Gaetano per Zielinski, e dico Zielinski, ha una visione gigantesca delle situazioni ed è padrone assoluto della squadra, che tiene in pugno».
La crescita di Osimhen significa cos’altro?
«In soldoni, se hai uno che segna così, parti dall’1-0, forse. È un pericolo per chiunque, non sai come andarlo a prendere, perché se provi ad anticiparlo e ti scappa via è finita; e se invece l’aspetti, lui ti sposta, copre e si lancia nello spazio o si appoggia sul compagno, vicino o lontano che sia. Ho notato anche che ormai ha una visuale periferica allargata, che va pure sull’esterno distante. Si sta completando, fa paura».