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Alastuey, l’ultima scommessa di Giuntoli

Classe 2003, è stato il capitano di diverse giovanili del Barcellona. Un grave infortunio ne ha frenato l’ascesa. Il club catalano non lo ha promosso nell’elite e lui ha scelto Napoli

Alastuey, l’ultima scommessa di Giuntoli

«Jorge Alastuey? Non ci sono dubbi, lo vedremo a breve in prima squadra nel Napoli. Era considerato una vera perla della Masia. È bravo bravo, classico centrocampista made in Barça che fa segnare e segna anche. Ebbe un gravissimo infortunio ed è stato tanto tempo fermo e questo l’ha un po’ frenato. La scorsa stagione però è stato importante nella vittoria del doblete del Juvenil»

L’ha riferito al Napolista Giusi Zaffiro, la Presidentessa della Penya barcelonista di Napoli, la più grande del sud Italia. Eravamo intenti a cercare qualche informazione in più in merito a Jorge Alastuey, l’ultima scommessa di Cristiano Giuntoli. Si tratta di un centrocampista, trequartista e mediano classe 2003, originario di Saragozza. Il Napoli l’ha messo sotto contratto per la squadra Primavera (per ora). È un acquisto prospettico, come se ne fanno tanti. E però il suo arrivo a Napoli ha fatto parecchio rumore per la provenienza: è un canterano originale, di quelli capaci di dare del tu al pallone. Alastuey ha infatti fatto tutte le selezioni giovanili al Barcellona, vestendo i colori blaugrana per 6 anni, da quando di anni ne aveva 13 fino a qualche giorno fa. Di quasi tutte le squadre giovanili che ha attraversato è stato addirittura capitano.

Di lui, fino a qualche tempo fa, si parlava in termini particolarmente entusiastici. Che fosse considerato «una vera perla della Masia» non ce lo dice soltanto Giusi Zaffiro. Nel 2019, a dare uno sguardo al web, si scopre che era infatti considerato tra i migliori prospetti in circolazione. La sua sfortuna è che la sua ascesa sia stata parecchio rallentata da un gravissimo infortunio al ginocchio, che si procurò a gennaio di quell’anno. Prima che si infortunasse, Marca scriveva di lui (che aveva appena sedici anni) che si trattava della la verdadera joya della cantera del Barcellona, destinato a raccogliere il testimone di Xavi Simons che scelse il Paris Saint Germain; si legge anche che il ragazzo il Psg invece l’aveva rifiutato – così come il City – per continuare a crescere a La Masia. Poi, purtroppo, non sempre le cose vanno per il verso giusto. Il ginocchio fece crac e le cose si complicarono non poco.

Mundo Deportivo, commentando il suo trasferimento in Italia, ha scritto che Alastuey ha superato il gravissimo infortunio ed il momento difficile con grande costanza, e con una cabeza da professionista: «è ritornato al suo livello con applicazione e concentrazione ed è riuscito a risultare decisivo nella conquista dei due trofei vinti dai giovani blaugrana la passata stagione». Alastuey ha infatti realizzato il gol decisivo nella finale dell’ultimo campionato juvenil. Un gol dopo il quale ancora Mundo Deportivo lo lodò per il suo atteggiamento fuori dal campo: «è sempre stato un leader – scriveva il giornale catalano – coinvolto (anche durante gli infortuni), ordinato, studioso». Sì, studioso, nelle grazie di Xavier Budó, dirigente del Barça, che si congratulò pubblicamente con lui solo pochi mesi fa per i suoi voti eccellenti (Mundo Deportivo scriveva: un 10 dentro del campo y también fuera) e per la capacità di tenere assieme la carriera sportiva e lo studio.

Giuntoli è riuscito a tesserarlo – così scrive il Corriere dello Sport – grazie ad un lunghissimo corteggiamento e soprattutto in virtù della preziosa mediazione dell’agente Alessandro Renzi, che lavora per l’agenzia del potente procuratore spagnolo Canales. Il sofferto addio ai catalani è maturato a causa della mancata promozione nel Barça B di Rafa Márquez (sarebbe dovuto rimanere ancora nel Juvenil A, in Spagna le selezioni giovanili hanno meccanismi particolari). Il ds del Napoli ha provato a sfruttare un’occasione a buon mercato.

Chissà che l’arrivo del canterano non possa rilanciare le ambizioni della Primavera di Frustalupi, che non ci sembra una macchina da guerra. A livello giovanile per svoltare può bastare davvero poco. E chissà che Alastuey – come invece sostiene chi lo conosce, come la Presidentessa della Penya del Barça di Napoli – non possa essere notato pure da Luciano Spalletti, alla ricerca di un calciatore in grado di sopperire ad eventuali assenze di Lobotka senza rimetterci troppo in termini di qualità. È una provocazione, ma fino a un certo punto: i giocatori bravi sono sempre in grado di ritagliarsi il loro spazio, anche se giovanissimi, anche a diciannove anni.

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