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Un’enclave di Barcellona a Napoli: «In tanti tifiamo Barça, siamo riconosciuti dal club»

Intervista a Giusi Zaffiro, la presidentessa della Penya napoletana: «Siamo un’associazione, più di un fan club. L’arrivo di Xavi ha già trasformato l’ambiente blaugrana»

Un’enclave di Barcellona a Napoli: «In tanti tifiamo Barça, siamo riconosciuti dal club»

A Napoli c’è una presenza importante di tifosi del Barcellona. Tanto importante da aver prodotto un movimento di tifose e tifosi che – da oltre un anno – ha deciso di organizzarsi per costituire anche in Campania la «Penya Blaugrana», un pezzetto di Barça (e di Catalogna) nella nostra regione e nella nostra città, Napoli.

La presidentessa è Giusi Zaffiro, 22 anni, studentessa di lingue, direttrice di TodoBlauGrana.com. E una passione barcelonista che la accompagna ormai da moltissimi anni.

Giusi ci ha raccontato cos’è una Penya e da dove è nata l’idea di metterne su una anche qui all’ombra del Vesuvio.

Una Penya viene spesso (e banalmente) definita «fan club», ma è in realtà una vera e propria associazione, che deve rispettare dei requisiti richiesti dal Barcellona per diventare poi «ufficiale». I penyisti ne sono il motore, col loro sostegno incondizionato a tutte le sezioni del Club. Essendo sparsi su tutto il territorio mondiale, i penyisti possono essere considerati dei veri e propri ambasciatori blaugrana. In Italia abbiamo la Penya Lombarda, quella di Genova, quella di Torino, quella di Roma e poi quella di Napoli, prima associazione nata nel sud del nostro Paese. Prima che venisse ufficialmente riconosciuto dal Barça, comunque, il gruppo di tifosi del sud era già molto unito: tanti di noi erano già iscritti alla Penya di Roma del presidente Max Morgante, all’interno del quale costituimmo una sezione campana. Da qui, la svolta: tutto nacque dall’idea mia e di Max di voler creare una Penya nel sud Italia, dove il numero di tifosi del Barça è altissimo. Così, dopo essere diventata ufficialmente socia nel marzo del 2019, iniziò questo lunghissimo processo burocratico che poi ha portato all’inaugurazione della Penya Blaugrana di Napoli il 24 febbraio 2020.

Il 24 febbraio 2020 l’inaugurazione della Penya, il 25 febbraio, un giorno dopo, Napoli – Barça in Champions: l’occasione perfetta per consolidare il progetto.

Il periodo della nostra inaugurazione coincise con la partita di Champions League fra Napoli e Barcellona e così, come Penya ospitante, organizzammo una cena il 24 febbraio ospitando Jordi Moix, terzo vicepresidente del FC Barcelona, ​​​​Jose María Barnils, amministratore delegato della Commissione Sociale della FCB, Antoni Guil, presidente della Confederazione Penyes FCB e Antonio Freire, presidente della FCB World Penyes Federation. All’evento partecipò anche Luca Bellizzi, delegato del governo della Generalitat de Catalunya in Italia e tantissimi rappresentanti di altre associazioni italiane e del resto del mondo. Per dire: ricordo che in quella occasione festeggiammo anche il 14° anniversario della Penya Barcelonista di Atene. Il giorno della partita, come da tradizione, sempre noi di Napoli organizzammo una «previa» in un pub per poi andare tutti insieme allo stadio: fu un’esperienza unica e irripetibile.

L’inaugurazione della Penya Blaugrana di Napoli

Napoli e Barcellona sono due città che vengono spesso considerate simili, per tanti aspetti. Certamente hanno condiviso Maradona. Insomma: è come se ci fosse un filo rosso a legarle. Può forse essere giustificata così la presenza massiccia dei barcelonisti nella città partenopea.

A Napoli c’è una presenza incredibile di tifosi del Barça, che supporta la squadra ormai da tantissimi anni, che la segue in giro per l’Italia nelle trasferte europee oltre che al Camp Nou e che, nonostante il periodo nero, rimane sempre fedele.
Io sono tifosa del Barça da decenni ormai e dopo anni passati tra le Penye di Bergamo e di Roma ho deciso di avvicinarmi ancora di più al club. Così iniziai le pratiche per diventare socia, sempre insieme al presidente Max Morgante.

Il Barça è una delle grandi deluse di questo inizio di stagione. Ch’è stato complesso. S’è toccato, probabilmente, il punto più basso di una parabola discendente che in realtà era visibile da alcuni anni. E che si è palesata ancora più fortemente dall’addio di Messi in poi. Nella Penya Blaugrana di Napoli, però, non c’è sfiducia. Anzi: c’è curiosità ed entusiasmo verso il nuovo corso targato Xavi e «confianza» nelle potenzialità inespresse del gruppo squadra giovane su cui può contare il Barcellona.

Il Barça sta vivendo un periodo di transizione che sarà fondamentale per il futuro più prossimo. E’ cambiato da poco il presidente, col ritorno di Laporta che deve fronteggiare una crisi economica mai vista prima, dovuta al Covid ma anche ad un’errata gestione della precedente giunta direttiva. Accanto alla crisi economica, Laporta deve fronteggiare anche una crisi sportiva tra le più complicate della storia.
Perdere Messi in estate è stato un danno a 360° per questo club: era il giocatore che vendeva più merchandising, era l’uomo immagine, il capitano, il leader in campo…era quello che risolveva le partite nei momenti di difficoltà e con una sola giocata. E’ stata davvero dura.
E purtroppo la stagione è iniziata come peggio non poteva con un allenatore, Koeman, confermato ma mai realmente ben visto e che ha fatto tanti errori fino al suo esonero, una rosa non completata nel calciomercato estivo, i tantissimi infortuni, il problema cardiaco del Kun Aguero. Diciamo che la sfortuna si è accanita su di noi, però qualcosa sta cambiando.
L’arrivo di Xavi sulla panchina ha già trasformato l’ambiente blaugrana adesso più fiducioso di poter, quantomeno, raddrizzare una stagione che sembrava già finita. Abbiamo una rosa estremamente giovane che ha un potenziale spaventoso e abbiamo nuovamente un allenatore che crede nella nostra filosofia, non ci resta che sostenere questa squadra fino all’ultimo secondo.

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