Non è l’unico, c’è anche Mbappè, che ha un garage pieno di auto che lascia guidare all’autista. Mentre Ronaldinho si faceva accompagnare dal cugino a Milanello

Il Foglio Sportivo dedica un pezzo ai calciatori senza patente. Ce ne sono diversi, a partire dal gioiello del Psg, Kylian Mbappè. Eppure Kylian, come gli altri, non rinuncia ad avere il garage pieno di macchine splendenti, che lascia però guidare ad un autista.
“Un parco auto da invidia: ci sono, nuove di concessionario, una Ferrari 488 Pista (valore più di mezzo milione), un paio di Audi (una R8 da 562 cavalli e una RS7) una Range Rover, una Mercedes Classe V e, udite udite, qualche veicolo più accessibile: una Touareg, una Tiguan e un Multi Van marchiati Volkswagen. Sono queste ultime quelle che macinano qualche chilometro. Naturalmente con al volante l’autista messo a disposizione dal Psg, l’omino ogni giorno chiamato a gestire i trasferimenti dell’assistito. L’attaccante francese ha giustificato con naturalezza questo vezzo: “Ho sempre avuto autisti a disposizione, non sento il bisogno di guidare. La patente è paradossalmente una di quelle piccole cose che non mi sono potuto permettere. Per la mancanza di tempo e perché comunque l’autonomia di potermi muovere mi è sempre stata garantita prima dal Monaco, poi dal Psg””.
Ma Mbappé, appunto, non è un caso isolato. Ronaldinho, ad esempio, aveva paura di mettersi al volante e ai tempi del Milan si faceva accompagnare dal cugino Thiago. E poi c’è Mario Rui, “una mosca bianca”.
“Nel nostro campionato, troviamo un’altra mosca bianca. È il portoghese Mario Rui che da quando è a Napoli gira in taxi o scorrazzato dalla moglie. Tanto che i compagni in un video promozionale per Amazon aprono per lui un pacco regalo con all’interno una macchinina giocattolo: “È per Mario – dice nella clip Zielinski – lo conosco da sette anni e non ha ancora preso la patente””.
Uno che alla patente non ha voluto rinunciare, anche se a scoppio ritardato, è Jordi Alba, che l’ha presa a 31 anni.