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Zoff: «Ho fatto undici campionati senza saltare una partita. Oggi, davanti a certe furbizie, non riuscirei a trattenermi»

Sulla Gazzetta. «Italia-Argentina dell’82 è la quintessenza del calcio: ci vuole l’artista, Maradona, però ci vuole anche il contatto, all’interno delle regole»

Zoff: «Ho fatto undici campionati senza saltare una partita. Oggi, davanti a certe furbizie, non riuscirei a trattenermi»
Madrid (Spagna) 11/07/1982 - finale Mondiali di calcio Spagna 1982 / Italia-Germania Ovest / foto Imago/Image Sport nella foto: Dino Zoff

Dino Zoff scrive un articolo sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

Scrive del Mondiale dell’82.

«La partita con l’Argentina è stata una svolta. Un match fisico, d’altri tempi, come non se vedono più nel campionato italiano, perché oggi l’arbitro interviene molto più spesso, e infatti soffriamo in campo internazionale. Invece quella partita è la quintessenza del calcio: ci vuole l’artista, Maradona, però ci vuole anche il contatto, all’interno delle regole. Io mi sento un uomo di sport, quando allenavo, ero molto duro con i miei giocatori quando commettevano delle scorrettezze. A uno dei miei per un’entrata da dietro rimproverai: “Sei un coniglio”»

E poi scrive del calcio di oggi.

«Oggi vedo una brutta stagione. Io sono rimasto innamorato del calcio, dello sport, ma vedo comportamenti leggeri che esulano dall’ambito sportivo. Un giocatore che si butta per terra non mi piace. Lo dicevo già ai miei giocatori quando allenavo: “Alzati, vai avanti”. Ecco, nello sport le regole sono regole, non c’è spazio per mentire»

Qual è il concetto di sport di Dino Zoff.

«Una volta, giocavo già in Serie A, presi un gol con un tiro dalla distanza. E mio padre mi disse: «Come mai quel gol lì?”. Io gli risposi: “Sai, non mi aspettavo che tirasse”. “Perché, fai il farmacista?” mi inchiodò lui. Ero il portiere, dovevo aspettarmelo. Non c’erano mai scuse, era questo il concetto di sport. A quanti dicono che l’importante è vincere, io rispondo che è vero, perché vincere dà la misura della tua forza. Ma secondo le regole. Io ho fatto undici campionati senza saltare una partita, oggi probabilmente, di fronte a certe furbizie, non so se saprei trattenermi. Io sono così, io credo nell’uomo»

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