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Per Dybala non è un’asta, è un ciapanò. A rimanere col cerino in mano è solo lui

All’estero nessuno lo vuole. Sembra la scena di Troisi del regalo alla madre. Capiamo il Napoli ma avremmo preferito un progetto con più Kvaratskhelia

Per Dybala non è un’asta, è un ciapanò. A rimanere col cerino in mano è solo lui

È dura essere il Napolista e dover scrivere di Dybala. Perché noi non prenderemmo mai l’argentino a quelle cifre ma ovviamente, come scritto, non potremmo mai fare la barricate contro il suo arrivo a Napoli. Sarebbe un grande colpo politico-mediatico (per il contesto italiano), si spera anche calcistico. Però qualche considerazione, al 16 luglio, va fatta. Quella per l’ex calciatore della Juventus non è un’asta, è un ciapanò, è il tressette a perdere. È un tormentone mediatico ma non reale. Ormai la nuova realtà del calcio è chiara a tutti, il Telegraph ieri ha scritto che i parametri zero hanno perso la loro battaglia. I loro prossimi stipendi saranno inferiori ai precedenti. Il carrozzone calcio era ampiamente sovradimensionato così come il valore dei giocatori.

La verità è talmente evidente: Dybala chiede troppo per quel che è il suo reale valore. Il fatto che il suo nome non sia mai comparso fuori dai confini nazionali, la dice lunga. È diventato un campione da Serie A, ossia da calcio di Serie B. Sarebbe così anche se venisse a Napoli. Si è promesso all’Inter dove c’è Marotta che tiene i fili del mercato ma l’Inter – a dispetto di media compiacenti – ha una situazione economico-finanziaria disastrata. Deve aspettare per poter provare a prendere Dybala. I resoconti giornalistici degli approcci di Napoli e Roma con l’entourage dell’argentino ricordano quelli di Massimo Troisi e della sorella col fratello quando si tratta di regalare la televisione alla madre: “cinquemila lire, cinquemila lire Patrizia e un milione e due tu”.

La rappresentazione mediatica sta capovolgendo la realtà. L’unico a rimanere col cerino in mano è lui. È lui che è senza squadra da quindici giorni, il problema è che le sue richieste non incontrano la domanda del mercato. In poche parole: è sovradimensionato, sopravvalutato. Ma quasi nessuno lo dice chiaramente, sembra un problema dei club.

Dybala è un’operazione ad altissimo rischio. È un calciatore per cui bisogna cambiare il modo di giocare (almeno per Napoli e Inter, la Roma no). Nel calcio europeo ad alto livello non può giocare mai. Non è una prima punta propriamente detta e non ha la velocità per stare sugli esterni. È rimasto un oggetto del desiderio di secondo piano. Che accontenterebbe le piazze, Napoli in primis.

Ci sarebbe piaciuto e ancora ci piacerebbe un Napoli giovane, con protagonisti calciatori provenienti da Paesi calcisticamente secondari come ad esempio la Georgia con Kvara. Il Napoli dovrebbe inseguire l’albanese Broja, il sudcoreano Kim. All’inizio i tifosi mugugnerebbero ma poi parlerebbe il campo. Senza dimenticare che un progetto – qualora ci fosse – potrebbe essere sempre spiegato. La partecipazione al ciapanò Dybala è un’immagine retrò. Comprendiamo, sarebbe un grande colpo politico-mediatico però avremmo preferito un club con le idee chiare e contemporanee.

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