Al Secolo: «I fondi americani non siano negativi, pur con qualche incongruenza. Il problema del calcio italiano è che mancano i soldi, non i metodi»

Il Secolo XIX intervista l’ex direttore sportivo della Salernitana, Walter Sabatini. Dice di non aver «ancora metabolizzato la fine della storia» con il club.
«La vedo molto male. Perché sono uno spettatore. Per me una situazione difficile da sopportare. Io non sono uno spettatore nel calcio. Mi sento defraudato di qualcosa che mi appartiene. Quindi, la vedo male».
Dice che uno dei suoi più grandi rammarichi, in carriera, è la Sampdoria.
«Uno dei miei più grandi rammarichi professionali. Ho vissuto male quell’esperienza, perché sono stato fisicamente male (ricoverato ai primi di settembre del 2018 per una grave crisi respiratoria, ndr). Ho dato un contributo ignobile, irrilevante. Per fortuna avevo il sostegno di Massimo Ienca e Carlo Osti, mi coprivano, mi aiutavano».
Parla dell’arrivo degli americani nel calcio italiano. Sabatini è stato anche al Bologna, con Saputo.
«Hanno una impostazione Moneyball, bisogna adeguarsi a quegli schemi mentali, più inclini alla statistica applicata allo sport. Ho capito che l’evoluzione porta alla flessibilità, anche se io resto della mia idea, va bene che mi dici che quel calciatore ha fatto 1.000 cross, ma voglio sapere e conta come li ha fatti. Penso che i fondi americani non siano negativi, pur con qualche incongruenza. Il problema del calcio italiano è che mancano i soldi, non i metodi. Siamo i depositari di una cultura calcistica antica, dobbiamo essere più aperti al nuovo. Al diverso. Anche io ora guardo i numeri, anche se non hanno la forza o il potere di farmi cambiare idea. Li guardo ad esempio per i centrocampisti, la prestazione atletica, il numero di km percorsi, dati inconfutabili, per arricchire il mio bagaglio. E se ho cominciato a farlo io che sono uno stantio».
I suoi progetti?
«Sempre tanti, sono propositivo con me stesso. Dove mi vedo? Da tutte le parti. Il calcio non mi può squalificare, congelare, sono ottimista. Dopo la separazione dalla Salernitana, mi trovo in una condizione che definisco di riposo coatto».