Osimhen: «Mettere a tacere i miei critici mi piace. Non si rendono conto che siamo esseri umani»
A Nff. «Da bambino sognavo Didier Drogba, a Napoli mi chiamano "Osi". Il gol a cui tengo di più l'ho segnato al Chelsea in Champions, col Lille»

Db Verona 13/03/2022 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Victor Osimhen
«È il gol a cui tengo di più. Molti dei miei amici che erano tifosi del Chelsea mi avevano inviato messaggi prima della partita, dicendomi che non gli importava se il Chelsea avesse battuto il Lille o meno, volevano solo che segnassi. Volevano che realizzassi il mio sogno, e quello è stato uno dei momenti migliori della mia carriera»
Il gol più bello della carriera di Victor Osimhen è quello realizzato al Chelsea col Lille, in Champions League. Su calcio d’angolo, di testa, con un colpo che da queste parti abbiamo imparato a conoscere. L’ha dichiarato in una lunga video-intervista rilasciata ai media nigeriani, nello specifico a Nff. L’intervista è stata tradotta da diversi giornali italiani, tra cui il Corriere dello Sport. In merito al suo idolo, Victor non ha dubbi…
«Da bambino sognavo Didier Drogba, ma anche di poter ripetere quanto fatto con la Nigeria da Okocha, Kanu o Martins. Tutti noi ragazzi che giocavamo a calcio avevamo in comune questo sogno…»
L’infanzia di Osimhen, com’è noto, non è stata semplice.
«Io e gli altri ragazzi andavamo a prendere delle televisioni da un elettricista che le riparava vicino casa mia. Eravamo 5 o 6 e anche se può sembrare da pazzi guardavamo quella tv immaginandoci ciò che volevamo. Ci piaceva fare questo, ci dava della gioia in quel momento. Poi giocavamo anche a nascondino. Ho tanti ricordi della mia infanzia, perché molti di questi mi davano felicità»
«A Napoli mi chiamano Osi», ha dichiarato. E a Napoli l’hanno anche criticato, quando le cose non andavano per il meglio. Per lui, però, è benzina.
«Mettere a tacere i miei critici mi piace. Quelli che fanno dei commenti, negativi o positivi che siano, non si rendono conto a volte che i calciatori sono degli esseri umani come tutti gli altri. Ed è bello riuscire a dimostrare che si sbagliano. Nella mia vita ci sono stati tanti momenti che mi hanno fatto capire che non devo preoccuparmi di ciò che viene detto in alcune circostanze, di concentrarmi solo me stesso e andare avanti, dimostrando sul campo chi sono»
Al termine dell’intervista c’è spazio anche per la passione per il cinema, in particolare per i film di guerra e d’azione, Rambo e Mad Max su tutti.











