Il Guardian: l’acquisto dei top player è uno status, spesso i colpi più costosi non funzionano

Il centrocampista più costoso equivale a uno yacht. L'esempio più eclatante è Lukaku. Meglio investire su giovani promesse che hanno ego meno gonfiati

Potter lukaku chelsea Bargiggia

2021 archivio Image Sport / Calcio / Chelsea / Romelu Lukaku / foto Imago/Image Sport

Dimenticate il brivido della caccia sul mercato: soltanto di rado i più grandi acquisti funzionano. Lo scrive, sul Guardian, Jonathan Wilson. Esaminando i 20 acquisti più importanti del calciomercato, appare evidente che il denaro meglio speso è quello per giocatori che rappresentano stelle nascenti piuttosto che quello per celebrità affermate, che spesso, a causa del loro ego, faticano ad adattarsi al nuovo ambiente.

Wilson si sofferma su quella che sembra essere diventata l’essenza del calciomercato: sembra che i giocatori oggetto delle trattative siano diventati un fine in sé, non un mezzo per vincere le partite. Alla base di tutto questo c’è anche un sentimento legato allo status.

“se stai acquistando grandi giocatori per grandi cifre, vuol dire che sei un grande club. Gli acquisti diventano un obiettivo in sé. Questo è probabilmente legato al piacere che molti sembrano trarre dagli acquisti. Tutti vogliono vedere l’ambizione espressa attraverso la spesa; tutti vogliono più soldi, più acquisti e pochissimi si fermano a chiedere da dove provengono i soldi. Nella società moderna, l’acquisizione stessa diventa una ricerca significativa e se sei un miliardario probabilmente ancora di più: così potresti avere lo yacht più grande, invece hai il centrocampista più costoso”.

La stranezza è che raramente i più grandi acquisti funzionano. Basta scorrere l’elenco dei trasferimenti più costosi della storia e soffermarsi sui primi 20: quanti di loro possono essere considerati un evidente successo dal punto di vista calcistico? Soltanto tre: Ronaldo al Real Madrid, Virgil van Dijk a Liverpool e Luis Suarez al Barcellona. Wilson si sofferma sugli altri.

A parte João Félix, Jack Grealish e Jadon Sancho, che sono ancora abbastanza giovani da poter diventare dei successi, ci sono altri giocatori che hanno una storia complessa. Come Gareth Bale, che ha vinto cinque Champions League con il Real Madrid e ha prodotto alcune prestazioni straordinarie, ma che ha finito il suo tempo al Real dopo tre anni di acrimonia. Cita anche Neymar e Mbappé che comunque non hanno portato la Champions al Psg.

Poi c’è Romelu Lukaku. Il belga compare tre volte tra i primi trasferimenti più costosi. Ma solo il passaggio dallo United all’Inter, ovvero il meno costoso dei tre, ha portato un club al successo. Il suo trasferimento per 97.5 milioni di sterline al Chelsea dall’Inter la scorsa estate è stato un fallimento sconcertante.

“Dei primi 20 trasferimenti più costosi, otto possono probabilmente essere classificati come chiari fallimenti in termini calcistici. Cosa significa, esattamente? Certamente non che il denaro non sia importante o che i grandi trasferimenti siano destinati a fallire. Piuttosto, che quel denaro viene speso in modo più efficiente da un punto di vista calcistico su stelle nascenti che si adattano a una filosofia generale piuttosto che su celebrità già affermate, giocatori che, sia perché sono già formati o per il loro ego, lottano per adattarsi a un nuovo ambiente”.

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