Un portiere che para, i tifosi che tifano… il Guardian celebra il “vecchio calcio” della finale di Europa League

"Persino il gioco, non all'altezza dell'atmosfera, era affascinante: una volta le finali erano fatte di ansia, non di bellezza"

finale europa league

“La gloria si presenta in molte forme ed è arrivata per Kevin Trapp sotto forma di una sorprendente parata nell’ultimo minuto dei tempi supplementari”. Il Guardian scrive che il portiere dell’Eintracht Frankfurt ha segnato la sua carriera con la finale di Europa League, diventando “l’eroe” dei tedeschi facendo una cosa che ultimamente non si dà più per scontata: parare.

Ma non solo del destino di Trapp scrive Jonathan Wilson. Per l’editorialista del Guardian la notte di Siviglia è stata un meraviglioso viaggio nel calcio che fu, coi tifosi che tifano, colorati di bianco e di blu, con – appunto – un portiere che para, e il “dramma” dei supplementari, e poi i rigori. E lo stadio stracolmo, e non adatto, vecchio pure quello, e per questo affascinante. E persino il pericolo che la polizia non fosse in grado di controllare gli hooligans. Una roba anni 90. Meravigliosa. 

“Una notte tiepida nel sud della Spagna, uno stadio compatto con due livelli molto alti, due basi di tifosi incredibilmente appassionate, ed era possibile credere che tutto andasse bene”. E poi “i tempi supplementari, i giocatori stanchi, con i capelli madidi di sudore, costretti a trascinare arti doloranti per minuti estenuanti, tutto sembrava appropriato”.

I razzi, il fumo, il piccolo gruppo di poliziotti antisommossa con caschi sorprendentemente lucidi. Ecco come dovrebbero essere queste serate, ecco il senso che dovrebbero avere eventi del genere per due squadre per le quali il successo europeo non sembra un diritto di nascita ma una ricerca quasi impossibile”.

“Ci sono state molte finali di Europa League che sono sembrate una mera consolazione alla fine di una stagione deludente, ma non questa. Per i Rangers, la seconda migliore squadra della Scozia, e l’Eintracht Frankfurt, l’undicesima migliore squadra della Germania, questa è stata un’occasione oltre ogni aspettativa. Una serata di cui si parlerà per i decenni a venire”.

Pure la polemica sullo stadio inospitale ha ormai fatto tutto il giro per tornare al fascino vintage della scomodità:

“E se lo stadio alla fine sembrava un po’ antiquato, i corridoi stretti, la segnaletica inadeguata, i bagni e i bar quasi sopraffatti, questo faceva parte del fascino”. “Il Sánchez Pizjuán, con la sua famosa facciata in maiolica, è romanticissimo. Tumoroso e fervente. Raramente così tanti tifosi sono arrivati vestiti con i colori della squadra: i tedeschi interamente bianco, i Rangers tutti in blu, con alcune zone dello stadio in un mix dei due colori”.

Il gioco, in verità, ha faticato a essere all’altezza dell’atmosfera, ma anche questo gli ha dato un’atmosfera piacevolmente retrò. Le vecchie finali europee tendevano a riguardare l’ansia e la fatica piuttosto che l’evidente brillantezza. Ma riguardavano lo stesso la gloria”.

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