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Pippo Russo: «La risposta del calcio italiano alla crisi è stata spostare le perdite in avanti»

A “Calcio e neoliberismo”. «L’Udinese coi decreti pandemia ha triplicato i valori dei diritti economici dei calciatori. Sono bombe a orologeria sui bilanci delle prossime stagioni»

Pippo Russo: «La risposta del calcio italiano alla crisi è stata spostare le perdite in avanti»

Nel corso del convegno “Calcio e neoliberismo”, organizzato dall’AFlab e tenutosi ieri al Mann, il noto sociologo e saggista Pippo Russo ha fornito degli spunti in merito alla risposta che il calcio italiano ha organizzato alla crisi acuita dalla pandemia, che ha messo in nettissima sofferenza i bilanci delle società. In particolare, l’ha fatto fornendo l’esempio dell’Udinese, che approfittando dei decreti pandemia ha triplicato i valori dei diritti economici dei calciatori.

«In Inghilterra sono stati bravissimi, quando c’è stato da rispondere a una grande crisi, la crisi post Heysel: la Premier ha aziendalizzato il movimento calcistico per dargli enorme forza, economica e finanziaria. In Italia una risposta alla crisi alimentata dalla pandemia non c’è stata. C’è un tema enorme, sui cui sarà necessario dibattere di qui davanti: a proposito dei decreti pandemia, io credo che si siano piazzate delle bombe a orologeria sui bilanci delle prossime stagioni. L’Udinese ha triplicato i valori dei diritti economici dei calciatori grazie ai decreti che sono stati approntati dai governi durante la pandemia. L’ha fatto per per tenere in piedi i bilanci aziendali ma questa triplicazione del valore dei diritti economici – beni immateriali – significa triplicazione degli ammortamenti negli anni a venire: sono perdite spostate in avanti. La risposta alla crisi del calcio italiano è stata questa, purtroppo, molto diversa da quella degli inglesi»

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