Al CorSport: «Ridicolo parlare di esigenze di turnover, la differenza tra buoni calciatori e campioni è tutta qui. I giocatori importanti non riposano quasi mai»

Il Corriere dello Sport intervista l’ex difensore della Roma Christian Panucci. Il tema è la finale di Conference League che vedrà contrapposte Roma e Feyenoord.
«Una finale bisogna interpretarla. Serve la tensione giusta per non complicarsi la vita. Concentrazione ok, nervosismo no».
Lui, prima delle finali, dormiva.
«Riposavo. Tanti miei compagni non dormivano la notte, io non ho mai avuto problemi. Il giorno della finale di Champions contro la Juventus, con il Real Madrid, Fernando Hierro mi insultò perché come al solito avevo preso sonno alle 21.30 e mi ero svegliato freschissimo».
Parla della Roma, di quanto manca un dirigente che conosca bene l’ambiente.
«E’ un errore che non ci sia un Maldini, uno Zanetti, un Nedved. Ci vorrebbe soprattutto qualcuno che vuole bene alla Roma. Potrebbe dare una mano ma non so quanto Mourinho sia d’accordo. José è un accentratore ed è giusto che sia lui a gestire le cose».
Sempre su Mou:
«Ha creato un’empatia incredibile con i tifosi. Ha trovato pazienza, che di solito nel calcio non c’è».
Mourinho ha spesso detto che non è possibile giocare ogni tre giorni se non hai due giocatori per ruolo. Panucci non è d’accordo.
«La differenza tra buoni calciatori e campioni è proprio qui. I giocatori importanti non riposano quasi mai. Mi fa ridere quando sento parlare di esigenze di turnover. Nel Milan giocavamo 50 partite all’anno senza alcuna fatica. E’ una questione di categorie, non di tenuta fisica».