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Messi racconta l’omaggio a Maradona: «Non ricordavo di avere la 10 dei Newell’s. Trovarla fu incredibile»

A Tyc Sports. «C’è una porticina sempre chiusa, un posto in cui mettiamo le cose in casa. Quella sera era aperta. Trovai “la camiseta” su una sedia…»

Messi racconta l’omaggio a Maradona: «Non ricordavo di avere la 10 dei Newell’s. Trovarla fu incredibile»

Messi ha rilasciato una lunghissima intervista a Tyc Sports. E ha raccontato anche dell’omaggio che fece a Maradona dopo la sua morte. Dopo un gol, Leo si tolse la maglietta del Barça e restò con quella dei Newell’s Old Boys, la squadra argentina in cui hanno giocato entrambi. Fu un momento toccante. Ecco i retroscena.

«La sera prima ero con Antonella (sua moglie, ndr). Eravamo stradiati e le dicevo: “devo fare qualcosa per Diego”. Ho il mio piccolo museo, con i trofei, con le magliette… Ho pensato: “vedrò cosa c’è”, con l’idea di prendere una maglietta dell’Argentina o qualcosa del genere. Sono salito. Lì c’è una porticina sempre chiusa, una specie di magazzino dove mettiamo le cose. Quel giorno era aperta e c’era una sedia. Sopra la sedia c’era la 10 dei Newell’s. Entrai e la vidi. Quella porta è sempre chiusa. Non so cosa ci facesse lì quella maglietta, né mi ricordavo che ce l’avessi. La vidi e dissi, ‘ya està’. È stato incredibile. Erano circa le 11 di sera, noi non eravamo in ritiro. Pensavo a una maglia della Nazionale. Sembra incredibile»

La sua stagione al Psg è stata travagliata. È stato anche fischiato.

«Quella dei fischi è stata una cosa nuova anche per me. È una situazione diversa. Non mi era mai capitata a Barcellona, anzi. Chiesi subito cosa avevano detto i bambini, i miei figli. La verità è che mi è dispiaciuto che la mia famiglia fosse lì e che la gente proprio in quel momento mi abbia fischiato. Non mi hanno detto niente, i ragazzi, me l’hanno lasciata passare. Non se ne sono resi conto, anche perché non si spiegherebbero il perché. Eppure so bene che hanno sentito qualcosa. Pensando a me personalmente, penso di poter cambiare la situazione. Vorrei non avvertire la sensazione di aver cambiato club e che non sia andata bene. La prossima stagione sarà diversa, sono pronto a tutto, conosco il club, conosco la città, sono un po’ più dentro allo spogliatoio, ho un buon rapporto coi miei compagni»

Per chi gioca Messi?

«Ho sempre giocato per me stesso e per vincere. Ho sempre voluto vincere, a qualsiasi gioco. Ho sempre dato il massimo in ogni partita. Poi, dopo tutte le critiche che ho subito, soprattutto con la Nazionale, ero dispiaciuto nel pensare ai miei familiari, che accendevano la televisione e sentivano tante fandonie sul mio conto. Soffrivano con me. Quando ho vinto la Coppa America è stato naturale pensare a loro. Da dopo la Coppa, peraltro, vedo che si parla già in un altro modo, che c’è più rispetto. E quindi oggi gioco per loro: per i miei figli, per mia moglie»

La finalissima con l’Italia.

«È una competizione ufficiale, avallata dalla Fifa. Una coppa che vogliamo e che voglio vincere. Per l’Italia ovviamente sarà lo stesso. È pazzesco che abbia vinto l’Europeo e non sarà ai Mondiali. È un peccato, l’Italia è nella storia dei Mondiali. Ho tanti compagni e amici anche nella squadra italiana, due grandi persone con cui ho costruito un ottimo rapporto, che mi hanno aiutato molto da quando sono lì. Soprattutto Verratti. Mi dispiace molto»

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