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De Roon: «Parlare di stagione fallimentare mi sembra esagerato. Non mi piace quando si parla di fine ciclo»

Alla Gazzetta: «Cosa si intende? Che non siamo più all’altezza per giocare in Europa? Cosa ci ha frenati quest’anno? Noi stessi».

De Roon: «Parlare di stagione fallimentare mi sembra esagerato. Non mi piace quando si parla di fine ciclo»
Bergamo 03/04/2022 - campionato calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Image Sport nella foto: gol Marten De Roon

All’Atalanta è ancora possibile qualificarsi in una competizione europea, Conference o Europa League, ma dipenderà dai risultati delle altre squadre impegnate nella lotta. Venerdì sera si gioca Torino-Roma: la Roma precede di un punto la squadra di Gasperini, se dovesse vincere diventerebbe irraggiungibile per i nerazzurri e a quel punto la lotta per entrare in Europa si restringerebbe alla sfida a distanza con la Fiorentina (appaiata all’Atalanta a 59 punti ma avvantaggiata dagli scontri diretti).

La Gazzetta dello Sport intervista Marten De Roon, centrocampista dell’Atalanta.

«Forse è meglio così: gli altri anni eravamo padroni del nostro destino e abbiamo perso l’ultima… Magari avremo meno pressione».

Il campionato dice che anche chi non ha più obiettivi non regala nulla.

«Eh sì: non è più “Ok, abbiamo finito”, ma semmai “Facciamoci vedere, che magari qualcuno ci guarda”. Ma l’ha fatto anche l’Empoli con la Salernitana».

Si fida più del Torino che deve giocare con la Roma, della Juve che va a Firenze o si fida meno dell’Empoli?

«E’ tutto l’anno che il Toro fa giocare male la sua avversaria e Juric vuole bene al mister… E non vedo una Juve che va a Firenze demotivata. Di loro mi fido molto, ma non possiamo sperare negli altri. E l’Empoli avrà la testa libera, sarà pericoloso: si è visto contro l’Inter».

La stagione che sta finendo è deludente?

«La delusione sarebbe non andare in Europa, facendo un paragone con le ultime stagioni. Ma sento parlare di stagione fallimentare: mi pare esagerato».

La colpa più grande?».

«L’1-1 in casa con la Juve, prendendo gol al 92’. Se vinciamo quella, non cambia solo la classifica, anche la testa».

Cosa ha frenato di più l’Atalanta?

«Noi stessi. Rispetto al passato meno lucidità e qualità, dunque abbiamo segnato molto meno. E anche meno forza morale: troppe volte in svantaggio senza riuscire a rimontare».

Anche la squadra di Gasperini ha fatto fatica in casa più che in trasferta.

«Faccio fatica a spiegarmelo. Perché in trasferta 39 punti e in casa 20? Non lo so, davvero. Eppure, soprattutto nell’ultimo periodo, i tifosi non hanno mai mollato e non ci hanno mai mollato».

Le dà fastidio sentire dire che è finito il ciclo dell’Atalanta?

«Non mi piace la parola ciclo. Cosa si intende? Che non si può più giocare bene? Che non siamo più all’altezza per giocare in Europa?».

Oppure che questo gruppo non può fare più di così?

«L’età è cambiata rispetto a cinque anni fa: può succedere che si renda meno, ma anche che l’anno prossimo si possa ripartire. E’ la nostra missione: l’ambizione non è da fine ciclo».

Sul suo rinnovo:

«Manca solo un piccolo passo, spero si possa fare prima delle vacanze: prolungamento dal 2024 al 2026».

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