Raspadori: «Sono un leader silenzioso. Per un giovane è facile essere esaltato dopo qualche partita»
Alla Gazzetta dello Sport: «Lo spogliatoio di Palermo? Errore nostro. Ma gli spogliatoi sono spesso in quelle condizioni e non ne parla nessuno»

Reggio Emilia 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Cagliari / foto Image Sport nella foto: Giacomo Raspadori
A ridosso di Sassuolo-Juve, la Gazzetta dello Sport intervista Giacomo Raspadori, gioiellino della squadra emiliana nel mirino della squadra di Allegri per il prossimo mercato. Gli chiedono se è davvero forte quanto dicono o se crede si stia esagerando.
«Domanda difficile, io non devo dare un valore a me stesso. Di sicuro grazie al Sassuolo sono consapevole dei miei mezzi. Io penso a divertirmi e uso tutta la mia energia in campo. Sono un leader silenzioso, trasmetto la carica ai compagni con il mio atteggiamento, non mollo mai. Per un giovane è facile essere esaltato dopo qualche partita, ma è solo l’inizio di un percorso. Ecco perché serve equilibrio».
La sua ambizione è arrivare a giocare in un grande club come la Juve, se dovesse arrivarci, dice, il merito sarebbe tutto del Sassuolo «società che mi ha fatto crescere sotto ogni aspetto».
Non gli fa paura il fatto che alla Juve, come in altri grandi club, il posto da titolare non sarebbe scontato.
«No, guadagnarsi le cose giorno dopo giorno mi piace. Non ho mai dato nulla per scontato. Amo faticare per raggiungere le cose».
A chi si ispira?
«Aguero, Tevez, Rooney: attaccanti che corrono, campioni con la garra. La garra è fondamentale perché ti spinge oltre i limiti».
Continua:
«Ho sempre avuto la dedizione al sacrificio. Però devo capire che non si può sempre fare tutto a mille all’ora. La generosità può togliermi lucidità, quindi ho bisogno di imparare a gestirmi».
Raspadori era in campo, contro la Macedonia, quando l’Italia ha fallito la qualificazione al Mondiale.
«Non c’è una motivazione precisa, probabilmente abbiamo perso un po’ di entusiasmo. Non credo a fortuna e sfortuna, ma all’Europeo si era creata una magia che poi è svanita. In estate qualcosa di superiore ci aveva dato una mano».
Sulle condizioni dello spogliatoio di Palermo, di cui si è tanto discusso.
«Errore nostro. Abbiamo avuto poca cura. Sono cose importanti. Però mi permetto di dire che la vicenda è stata un po’ ingigantita, forse qualcuno ha voluto farci pagare la sconfitta. Spesso gli spogliatoi sono in quelle condizioni, ma non ne parla nessuno. Detto ciò, ripeto: errore nostro».