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Il Napoli è in mano a Mertens

Andare a baciare l’anello a casa Mertens è la definitiva bandiera bianca dell’attuale proprietà. Il riconoscimento di Mertens è un escamotage per ovviare ad una mancanza di lavoro manageriale e gestionale

Il Napoli è in mano a Mertens
Db Milano 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Dries Mertens

Andare a baciare l’anello a casa Mertens è la definitiva bandiera bianca dell’attuale proprietà. La mossa del presidente dà esattamente la forma distorta che vivono la società ed anche la città. Napoli ed il Napoli sono di Mertens. Il belga ha lanciato un’OPA da quanto è diventato il centravanti e l’uomo simbolo. Ha divorato anche la leadership di Insigne, mai veramente a suo agio nel ruolo di leader. Il belga con verve comunicativa, e sapienza antropologica è diventato il proprietario della città e della squadra.

De Laurentiis ci ha ricordato il direttore del carcere nel film “Il Camorrista” che passa la notte insonne, sperando che il Professore di Vesuviano ritorni in carcere. Immaginiamo l’amara gratitudine provata da De Laurentiis. Sono due stranieri che hanno perfettamente appreso come funzionano le cosa in città. Mertens è quello che ha imparato decisamente più in fretta.

Il riconoscimento di Mertens è un escamotage tecnico, per ovviare ad una mancanza di lavoro manageriale e gestionale che nel Napoli è venuta a mancare da quando ne ha demandato la supervisione al figlio FrEdo che nel silenzio generale ha raccolto le redini della “gestione ordinaria”. La vacatio continuerà fino a quando Mertens non diverrà dirigente. A meno che non si individui una figura mediana di riferimento.

Fino a quando la gestione era in mano ad Aurelio De Laurentiis, il Napoli era una freccia fendente verso il futuro. E non in pochi speravamo in un futuro diverso. Meno legato al passato. Nel momento in cui il patron ha passato la mano, senza proclami ed annunci. Il declino è arrivato inevitabile, come ha evidenziato il Napolista.

Oggi nel Napoli comanda Mertens, con buona pace di quelli che pensano che nel calcio, come nella vita professionale, i cicli debbano rinnovarsi al massimo ad ogni lustro. Certamente in un’ottica futura Mertens sarà un dirigente decisamente con più skills e maggiore dialogo con giocatori di una o due generazioni più giovani.

Le proposte venute fuori dai salottini tv sono irricevibili (Improta, Bruscolotti, Montefusco, Montervino, Taglialatela), vista la distanza culturale e generazionale tra ad esempio Bruscolotti ed Osimhen. Mertens è certamente una faccia spendibile come immagine societaria sia in tv, che in sede di sorteggi e riunioni Uefa, visto anche il suo notevole cosmopolitismo. Possiamo solo augurarci il meglio per il Napoli, con Mertens dietro la scrivania ne guadagnerebbe.

La famiglia De Laurentiis ha una sola arma per la restaurazione. Ma al momento è impegnato a programmare la Serie B. A Bari.

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