Ferlaino: «Per crescere servono bravi dirigenti. E De Laurentiis ingaggi un giocatore di personalità»

Alla Gazzetta: «Ci vuole la coesione di squadra, allenatore e società per trovare la continuità. Maradona era unico, ma esisteranno dei maradonini».

Ferlaino De Laurentiis

Napoli 28/11/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Corrado Ferlaino-Aurelio De Laurentiis

Sulla Gazzetta dello Sport un’intervista all’ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino. Alla squadra di Spalletti, dice, è mancata solo la continuità, fino a questo momento.

«La continuità. Perché è ben allenata e ha giocato un ottimo calcio per lunghi tratti. E poi aspettiamo la completa esplosione di Osimhen che è stato un ottimo acquisto. In teoria la squadra ha tutto per vincere. Poi nella pratica bisogna scendere in campo e mostrare tutto. E in questo ci vuole la coesione di squadra, allenatore e società che insieme devono lavorare per risolvere i problemi e trovare quella continuità. Preferisco giocatori che giochino sempre da 6 a quelli che oscillano sempre fra il 5 e il 7».

In un club sono importanti i bravi dirigenti.

«Io ai tempi degli scudetti scelsi Allodi che era unico, come capacità. E i bravi dirigenti ci sono e servono eccome. Avevo anche Totonno Iuliano che in campo e poi fuori fu molto importante, proprio per il senso di appartenenza oltre alla grande personalità. Ora che ci penso però un consiglio a De Laurentiis voglio darlo. Per la prossima stagione ingaggi un giocatore di grande personalità che si faccia “sentire” nello spogliatoio e in campo. Serve a questa squadra, al di là del ruolo tattico che può avere. Certo Maradona era unico quando diceva ai compagni “se siete in difficoltà date la palla a me e ci penso io”. Ma esisteranno come personalità dei maradonini. Ecco il Napoli ne ha assolutamente bisogno».

Ferlaino non ha comunque perso le speranze per lo scudetto. Ne spiega i motivi.

«Innanzitutto l’essere tifoso e dunque ottimista per i colori della mia città. La forza della squadra di Spalletti. Il fatto che il Milan non segna più, perché si è affidata a un centravanti di 40 anni e alla lunga la cosa non può funzionare. E che Mourinho sia l’allenatore che più incide sulla squadra e la sua Roma può fermare l’Inter. A quel punto diventa fondamentale il recupero dei nerazzurri a Bologna e se qualche certezza vacilla…».

Sullo scarso rendimento del Napoli nel suo stadio:

«Non credo influisca sulla squadra. La gente porta entusiasmo se le cose vanno bene. E come in tutte le piazze è suscettibile ai risultati. Ma la spinta non è mancata».

Correlate