Terim: «Negli spareggi alta qualità, forse più di alcune partite che si giocheranno al Mondiale»
Alla Gazzetta. «Portogallo una squadra d'élite. Non siamo favoriti ma la Turchia ha avuto spesso successi clamorosi quando sembrava impossibile»

«No, so bene che la strada della Turchia per arrivare a Qatar 2022 non è per niente facile. Prima c’incontreremo con una delle possibili favorite del Mondiale, il Portogallo. Poi se dovessimo passare, ci sarà il gigante del calcio mondiale e il favorito di sempre, l’Italia. Certo, la strada per noi non è facile, ma se guardiamo indietro vediamo che la Turchia ha avuto spesso successi clamorosi quando sembrava impossibile. Come all’Europeo 2008 (semifinali, ndr) o nel 2000 (successo col Belgio, padrone di casa all’Europeo)».
Sono le parole di Fatih Terim alla Gazzetta dello Sport. Un tecnico che in Italia conosciamo bene, viste le sue esperienze alla Fiorentina e al Milan. È stato il cittì della sua Turchia fino al 2017.
«La Turchia è un Paese calcistico che dovrebbe partecipare sempre a tutti i grandi tornei. Siamo una squadra tatticamente disciplinata ed evoluta, e aggiungendo i nostri sentimenti, il calore, al nostro carattere calcistico definiamo un modello unico e distinguibile. D’altra parte, abbiamo una squadra fatta da giovani importanti e interessanti. Con tanti ho anche avuto la possibilità di lavorarci insieme, di farli crescere e vorrei sempre vederli competere nei tornei più importanti, cominciando dai Mondiali. Questi ragazzi se la meritano una possibilità del genere».
La favorita è la nazionale portoghese. La partita di Porto, però (in generale, diverse partite dei playoff) sarà di altissima qualità, più di tante altre partite che si vedranno al Mondiale.
«Il fatto che Ruben Dias, il centrale del City, e Pepe non ci saranno può sembrare un vantaggio, ma se poi guardiamo la rosa del Portogallo sono tutti giocatori rilevanti a livello mondiale. Come centrali assieme a José Fonte ci sono Gonçalo Inacio dello Sporting (che ha disputato la Champions) e Tiago Djalò del Lilla, anche lui con fresca esperienza in Europa, e che sono anche due giocatori con un grande futuro, di 21 e 20 anni. Inoltre il Portogallo ha dei terzini d’élite come Joao Cancelo, Nuno Mendes del Psg, Diogo Dalot dello United. Avranno diverse soluzioni. A centrocampo poi il Portogallo è una squadra dotata di campioni come Bruno Fernandes, Bernardo Silva, Danilo Pereira e in avanti non dimentichiamo Ronaldo; hanno anche due ragazzi di 22 anni, come il milanista Rafael Leão e João Felix dell’Atletico che già hanno esperienza ad alti livelli e che mi piace tanto vederli giocare. Sinceramente penso che la partita di Porto e non solo sarà di altissima qualità, forse più di tante altre partite che vedremo e si giocheranno al Mondiale in Qatar».
L’Imperatore però crede nel gruppo turco.
«Abbiamo tanti giocatori importanti e di assoluto valore. Possiamo contare e fidarci per esempio di Hakan Calhanoglu che ormai secondo me è diventato un fenomeno, un campione della Seria A. Quando a 19 anni, nel 2013 e giocava all’Amburgo, gli ho dato per la prima volta la maglia della nazionale non avevo avuto alcun dubbio. Conosco bene il suo potenziale e credo che possa ancora migliorare, fare di più. D’altronde sono molto felice di vedere Merih Demiral che sta dimostrando il suo vero valore all’Atalanta, con l’ambiente giusto per lui. Oltre ai nostri giocatori in A e nei vari campionati europei, penso a Kerem Aktürkoğlu, 23 anni, esterno del Galatasaray, si farà presto conoscere anche in Europa, e può fare la differenza sia contro il Portogallo e possibilmente spero anche contro l’Italia. Ha tante caratteristiche fondamentali e di qualità che non si vedono facilmente nel calcio di oggi, dribbling, corsa. L’ho preso da un club di terza serie turca due anni fa»