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Ponte Morandi, Autostrade e Spea chiedono di patteggiare: 30 milioni per tirarsi fuori dal processo

La Procura ha già accettato, ora sarà il gup a valutare. Una svolta importante: è un’implicita ammissione di colpa, Aspi di fatto accetta l’impianto accusatorio

Ponte Morandi, Autostrade e Spea chiedono di patteggiare: 30 milioni per tirarsi fuori dal processo

Ieri c’è stata un’importante svolta nel processo per la strage del Ponte Morandi. Autostrade per l’Italia e Spea (la società controllata che si occupava della manutenzione del viadotto) hanno chiesto di patteggiare, offrendo quasi 30 milioni di euro per sfilarsi dal processo. La Procura di Genova ha già accettato l’accordo.

La cifra – spiega Il Fatto Quotidiano – comprende una sanzione da 1,8 milioni di euro (un milione per Aspi e 800mila euro per Spea Engineering, la controllata di Aspi che si occupava della manutenzione del viadotto) per la responsabilità amministrativa contestata per non essersi dotata di un sistema organizzativo capace di prevedere la strage più una confisca da oltre 27 milioni di euro per l’indebito profitto ottenuto evitando di realizzare il progetto di “retrofitting ”, ovvero la ristrutturazione del viadotto, che avrebbe evitato i 43 morti.

I legali di Aspi hanno presentato la richiesta durante l’udienza preliminare, spetterà al gup valutarla. Se verrà accettata Aspi scongiura ovviamente guai ben peggiori, ovvero sanzioni che potevano arrivare fino al commissariamento o all’interdizione dei rapporti con lo Stato.

La richiesta di patteggiamento è, di fatto, un assist per i pm, poiché reca, alla base, un’implicita ammissione di colpa, o almeno un’accettazione dell’impostazione accusatoria, come ha chiarito il procuratore  di Genova, Francesco Pinto:

«Da parte delle società registriamo questa accettazione della nostra impostazione. Abbiamo dato il consenso per varie ragioni: Autostrade ha adottato un nuovo modello di organizzazione, di gestione e di controllo che può prevenire reati analoghi, ha modificato il documento per la valutazione dei rischi, ha risarcito in modo pressoché integrale le vittime e ha messo a disposizione dello Stato questa somma che è l’equivalente di quanto avrebbero speso se avessero fatto i lavori progettati per evitare il disastro, quelli alle pile 9 e 10 del ponte».

La presidente del comitato in ricordo delle vittime, Egle Possetti, ha commentato:

«il patteggiamento non lava la coscienza di nessuno per quello che è successo. E, anzi, avrà un impatto importante sull’iter processuale degli altri imputati. Significa che l’impianto accusatorio è valido».

Per la tragedia sono imputate 59 persone, non solo delle vecchie Aspi e Spea ma pure del ministero: nelle prossime settimane il gup deciderà se mandarle a processo.

 

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