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Edwin Moses: «La Russia ha fatto allo sport mondiale quello che adesso fa all’Ucraina»

Il grande ostacolista americano al Telegraph: “I russi sono dei bulli, andavano cacciati già nel 2014. Ma non giocare una partita di calcio non fermerà Putin”

Edwin Moses: «La Russia ha fatto allo sport mondiale quello che adesso fa all’Ucraina»
Putin, Infantino e Matthaeus

La Russia è ormai fuori dallo sport mondiale. Ma per Edwin Moses, il grande ostacolista americano – una leggenda dell’atletica leggera – questa misura estrema è in ritardo di 8 anni: la Russia doveva essere estromessa da ogni competizione già nel 2014. Perché “quello che stanno facendo al popolo ucraino è quello che hanno fatto allo sport per anni: non giocare secondo le regole, fare esattamente quello che vogliono, bulli di prima classe, in pratica”.

“In questo momento lo sport è meglio senza di loro”, dice al Telegraph.

Moses era rappresentante degli atleti sia nel Comitato olimpico internazionale che alla Wada (l’agenzia mondiale antidoping) quando scoppiò il caso sul doping di Stato russo, dopo le Olimpiadi invernali di Sochi.

“Sono rimasto sconvolto dalle aperture che sono state fatte, dalle estensioni e dalle esenzioni che gli hanno concesso. Quelle sanzioni non sono mai state inflitte correttamente. Non hanno mai dovuto pagare le conseguenze per aver corrotto i Giochi Olimpici. Sapevo nel mio cuore che nulla sarebbe cambiato. Negli ultimi anni, così tanti incidenti dimostrano che la Russia non è disposta a seguire le regole e l’etica dello sport. Non operano in buona fede. Hanno schiaffeggiato gli atleti e il CIO più e più volte”.

“Mentre parliamo in Ucraina si perdono vite umane, e questo non li ferma. Non credo che non giocare una partita di calcio fermerà Putin. Sì, amano lo sport in Russia, ma bandire la Russia non lo fermerà”.

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