Ulivieri: «Il Milan è la squadra che fa più poesia ma Napoli e Inter sono più pragmatiche»

Alla Gazzetta. «Spalletti e Sarri stanno facendo bene. Le eliminazioni europee? Porto più forte della Lazio, il Napoli doveva eliminare il Barcellona?»

Spalletti e Sarri

As Roma 25/04/2016 - campionato di calcio serie A / Roma-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti-Maurizio Sarri

Spalletti e Sarri sono suoi conterranei, Renzo Ulivieri ne osserva (e apprezza) con attenzione il percorso. L’ex allenatore azzurro (ha allenato il Napoli nel 98-99) ha rilasciato una breve intervista alla Gazzetta dello Sport proprio in previsione dell’incontro tra questi due allenatori e queste due squadre, Lazio e Napoli. Domenica alle 20:45 all’Olimpico. Una sfida che arriva dopo fatiche e delusioni europee che per Ulivieri non lasceranno il segno.

«La Lazio è uscita contro il Porto che è superiore, e il Napoli col Barcellona e non si poteva mica pensare che superasse il turno. Tutt’e due hanno la testa sul campionato».

Dai biancocelesti – dice Ulivieri – «ci si aspettava qualche punto in più. Magari la gente sperava di vedere la Lazio dov’è adesso l’Atalanta, ma c’è ancora tempo per arrivarci. La Lazio a volte fa bene bene, altre volte male male. Forse il gruppo ha difficoltà ad assimilare completamente le idee di Sarri. È normale dopo il cambiamento fatto in estate. La cosa strana è che alternano ottime prestazioni a momenti di buio. E mi sembra che ci sia qualche giocatore un po’ lunatico».

Il Napoli, invece, «è una serissima candidata allo scudetto. A Cagliari ha pareggiato, si sono levate le critiche, ma erano messi maluccio. A me il Napoli piace, lascia intravvedere qualcosa in più rispetto alle rivali».

In che senso?

«Mi spiego meglio: il Milan è la squadra che fa più poesia, mentre l’Inter e il Napoli mi sembrano più pragmatiche. Siccome non sono un mago, però, non so se alla lunga per vincere lo scudetto conti di più la poesia o il pragmatismo».

E allora è già tempo di Lazio-Napoli.

«Sarà una battaglia. Perché sia la Lazio sia il Napoli conoscono bene il pressing alto, ti vengono addosso e ti aggrediscono. E per chi è aggredito non è mica semplice uscire con il pallone al piede. Si tratta di capire chi farà la prima mossa, chi proverà cioè ad attaccare e avanzare . La partita si decide proprio lì: la vince chi ruba il tempo e lo spazio all’avversario».

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