2,3 milioni (16% di share) cui vanno aggiunti 300mila di Discovery. Inter-Milan sabato scorso ha raccolto 1,175 milioni di spettatori, con il 6,5% di share
Il curling, dici. Le teiere, i bollitori. Sono stati oltre 2,3 milioni gli spettatori sintonizzati ieri su Raidue per assistere alla finale del doppio misto in cui Stefania Constantini e Amos Mosaner hanno conquistato l’oro ai Giochi Olimpici di Pechino. Hanno fatto registrare uno share del 16,1%. All’ora di pranzo di chi non sta in ufficio. A questi dati vanno aggiunti i 300.000 medi che hanno assistito alla finale trasmessa dalla piattaforma Discovery, con il 2,1% di share.
Un botto, tipicamente olimpico. Uno di quei momenti in cui gli italiani incuriositi da quei due sconosciuti atleti di montagna che si avviano a vincere tutto si attaccano alla tv e seguono impazienti la “favola” di Stefania e Amos.
Per dare un senso, una proporzione – molto orientativa – a quanto gli sport “minori” sanno attrarre l’attenzione di un popolo anestetizzato dal pallone h24: il derby Inter-Milan, andato in onda nel preserale di sabato scorso in esclusiva su Dazn, sul versante big screen dello streamer ha raccolto 1,175 milioni di spettatori, con il 6,5% di share.
Ieri sera, stesso giorno del curling, ma in prima serata e senza concorrenza olimpica, la partita di Coppa Italia Inter-Roma ha raccolto davanti alla tv 4.903.000 spettatori, il 20.4% di share.
E’ un po’ come sommare le mele alle pere, ok: ma si può tranquillamente osservare che il calcio non è affatto l’unico sport che tira in Italia. Anzi. Quella è una mezza mistificazione della “grande industria” che fa debiti al mercato mentre chiede sovvenzioni pubbliche.