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Corriere: Milan-Udinese, i vertici arbitrali non hanno preso bene il tackle di Maldini sull’arbitraggio 

Il suo sfogo ha fatto rumore, perché Maldini si espone di rado. L’Aia definisce sorprendente il suo attacco al progetto giovani, “è una necessità, non una scelta”

Corriere: Milan-Udinese, i vertici arbitrali non hanno preso bene il tackle di Maldini sull’arbitraggio 
Db Milano 25/02/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Udinese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ivan Gazidis-Paolo Maldini-Frederic Massara

Il Milan non ha ancora smaltito la rabbia per l’errore arbitrale durante il match di venerdì contro l’Udinese, con il tocco di braccio di Udogie al momento del gol che ha chiuso la partita in pareggio. Nel post partita prima il tecnico rossonero, Stefano Pioli e poi Paolo Maldini sono stati molto critici verso il direttore di gara e soprattutto verso il Var.

Il club ritiene di aver subito troppi torti arbitrali. Il Corriere della Sera scrive che “il Milan è furibondo”. La differenza rispetto alle volte precedenti è che stavolta i dirigenti hanno deciso di non tacere.

La differenza, stavolta, è che il Milan non è stato zitto. Niente dossier da spedire all’Aia, come si faceva una volta: non serve, perché a questo giro Maldini ha detto in pubblico, davanti alle telecamere, ciò che pensava. Quel «basta arbitri esordienti, siamo i primi in classifica» ha fatto rumore, soprattutto perché l’ex capitano si espone di rado e sempre con grande equilibrio. Dopo essersi confrontato con l’arbitro Marchetti nello spogliatoio, stavolta il d.t. rossonero ha scelto di rendere pubblico il suo pensiero. Con l’obiettivo, ha sottolineato anche ieri il club in via informale, non tanto di criticare per criticare quanto di aprire un dialogo costruttivo per individuare una miglioria a una problematica sollevata da molti”.

Lo sfogo di Maldini non è piaciuto ai vertici arbitrali, continua il quotidiano.

I vertici arbitrali ovviamente non hanno preso bene il tackle di Maldini e definiscono sorprendente l’attacco al progetto giovani che, sottolineano dall’Aia, non è una scelta ma una necessità visto che il ricambio generazionale dei direttori di gara è fisiologico e inevitabile. Questo è vero, ma i troppi errori sono un’evidenza”.

 

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