La Gazzetta intervista Iliev, il ds del Partizan, dove il serbo giocava a 16 anni: «Come tecnica è migliore di Haaland, ha tanta fame. In allenamento era una furia»
Ormai è tormentone Vlahovic. La Gazzetta dello Sport intervista EIvica Iliev, ex attaccante di Messina e Genoa, direttore sportivo del Partizan. Fu lui a vendere il serbo alla Fiorentina di Corvino. Lo aveva conosciuto quando aveva 15 anni.
«Debuttò in prima squadra quasi 6 mesi dopo che io ero diventato d.s. ed era già un fenomeno. Non scherzo. Il mio miglior giocatore di sempre. Era fortissimo; con Tomic, il tecnico, decidemmo di portarlo subito in prima squadra. Si vedeva dove sarebbe arrivato, anche per il fisico già sviluppato, le qualità tecniche, la testa sempre sulle spalle. Non si spaventò nemmeno nel derby a 16 anni».
Aveva un carattere incredibile, dice, una volontà straordinaria.
«Carattere incredibile, volontà che ci metteva e ci mette. Non aveva e non ha distrazioni, pensa solo al calcio, a migliorare e diventare più bravo, non si lamenta mai, non si ferma mai. Non si perdeva un allenamento, pure a 16 anni e anche nei giorni liberi andava da solo ad allenarsi, o dopo le sessioni si fermava a tirare da varie posizioni. Anche perché la famiglia viveva vicino allo Zemun, il nostro centro sportivo».
Lo giudica migliore di Haaland.
«Ora posso dirle che se Haaland fisicamente è più forte di Dusan, come tecnica Vlahovic è migliore: nell’1 contro 1 per esempio. E poi Dusan è poliedrico, lo puoi usare pure come seconda punta, può svariare, mentre Haaland è solo centravanti. Ma hanno lo stesso carattere e la volontà di sfondare. Dusan sarà uno dei più grandi attaccanti del mondo, a 21 anni è già capocannoniere in Italia e in A non è facile segnare. Da voi la tattica e le difese sono più studiate ed evolute».
Un predatore.
«Un predatore, ha tanta fame, non si ferma mai, se ne fa 4 vuole fare pure il quinto. Pure in allenamento era una furia. Questo fa la differenza fra i bravi e i campioni».