Il caso Acerbi (ma anche quello Luis Alberto e la fuga dalla cena di Natale) lo dimostra. Inzaghi teneva insieme tutte le differenze, al contrario dell’attuale tecnico

Il Messaggero punta il dito contro Maurizio Sarri: l’allenatore della Lazio non è in grado di gestire lo spogliatoio. Tutto parte dal caso Acerbi. Durante il match contro il Genoa, dopo il gol segnato, il difensore biancoceleste ha esultato portandosi polemicamente le mani alle orecchie, come a voler zittire le critiche di panchina e spalti. Poi, nelle interviste post match, ha rilasciato alcune dichiarazioni al vetriolo.
«Delle critiche non mi frega niente. La gente non sa quello che succede negli spogliatoi e meno male che è così. I tifosi allo stadio? Ci mancano, ce n’erano di più quando c’era il Covid. Siamo passati da zero a 5 mila. Contro il Genoa l’importante era vincere non giocare bene».
Bordate sia per il tecnico che per i tifosi, insomma. Alle quali erano seguite anche le scuse del difensore, con un video sui social.
Non solo Acerbi. Perché anche Luis Alberto è uscito dal campo con un atteggiamento polemico, rientrando nel tunnel degli spogliatoi visibilmente contrariato. E questo si va ad aggiungere alla fuga di sette giocatori biancocelesti durante la cena di Natale.
Il Messaggero scrive:
“La grande unità che c’era negli anni scorsi all’interno della Lazio si è persa. Ognuno va un po’ per la sua strada, ma mentre negli anni scorsi c’era Inzaghi che, in qualche modo, teneva insieme tutte queste differenze, adesso Sarri fa fatica a compattare lo spogliatoio, per usare un eufemismo. E Acerbi, che è un leader e un calciatore esperto, ha solo voluto lanciare un allarme perché è preoccupato. Dentro la squadra ci sono gruppetti come ce ne sono in altre squadre, ma la differenza è che, quando c’è da unirsi per seguire un’idea comune e lavorare, si fa in maniera sbagliata, o meglio non come si dovrebbe fare. Ed è una delle motivazioni per cui Sarri ancora non è entrato nella testa di tutti”.