Inzaghi: «La vittoria sul Napoli ci ha dato grande consapevolezza, era un’Inter che si stava ancora conoscendo»
Alla Gazzetta: «Lascio liberi i giocatori di decidere. Dalla panchina, con il pubblico, si riesce ad incidere poco. La partita è un insieme di scelte»

Db Genova 12/09/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi
La Gazzetta dello Sport intervista Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter capolista in Serie A.
«Io ero sereno anche a ottobre, anche quando dalla vetta eravamo distanti. Incontravo i tifosi in giro per Milano, mi dicevano che la squadra piaceva, che venivano volentieri allo stadio. E questo per un tecnico è il complimento più importante. Questa cosa mi ha dato una spinta in più. Anzi, ci ha dato, a me e al mio staff. Dirò di più: ci credevamo già da luglio, dal giorno del primo allenamento. Ora fa comodo a tanti dire che siamo i favoriti, che siamo una corazzata. Ma io lo sapevo già allora che avremmo potuto far bene».
Un ruolo importante nella risalita è stata la vittoria contro il Napoli. Inzaghi dice che ha aggiunto una grande consapevolezza.
«Grande consapevolezza, era una partita che dovevamo vincere e mi è piaciuto anche come l’abbiamo vinta. Quella era un’Inter che si stava ancora conoscendo. Ma per quel che vedevo in allenamento, anche se fosse finita 3-3 non sarebbe cambiato molto. La strada era tracciata».
Per la corsa allo scudetto teme Milan e Napoli, ma anche la Juventus e l’Atalanta.
«Milan e Napoli sono quelle che hanno cambiato meno. Il Napoli non ha ceduto neppure un big, il Milan ha sostituito bene. Ma nella corsa scudetto metto dentro anche l’Atalanta e la Juve. I bianconeri hanno perso punti, sono più indietro di quanto ci aspettassimo. Ma stanno tornando, hanno vinto sei delle ultime otto: la Juve è un avversario da tenere in considerazione».
Diversi giocatori dell’Inter elogiano Inzaghi perché ha concesso loro maggiore libertà rispetto a Conte. Il tecnico spiega:
«Il calcio di oggi è soprattutto occupazione degli spazi. E allora per libertà intendo questo: io lascio liberi i giocatori di decidere, di scegliere il momento. Anche perché dalla panchina, specie ora che è tornato il pubblico, non si riesce a incidere più di tanto. Si può organizzare la fase difensiva e quella offensiva, noi la curiamo tantissimo con video e sedute ad hoc. Ma poi le decisioni sono dei giocatori, in tre secondi di partita devono capire e agire con competenza. La partita è un insieme di scelte: quelle migliori le fanno le squadre più forti, quelle che vincono i trofei».
Il giocatore che più lo ha sorpreso, tra i nerazzurri, è stato Ranocchia.
«Se devo dire un nome, rispondo Ranocchia. Senza De Vrij, contro Napoli e Shakhtar in due gare che dovevamo vincere, mi ha dato il fritto, giocando da interista vero. Ma è un discorso che riguarda anche altri. Allenando
Gagliardini ho capito perché ha trovato tanto spazio con Spalletti prima e con Conte poi. Quando mi giro in panchina, posso scegliere a occhi chiusi».