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Insigne, Lozano e Politano: le ali rattrappite di un Napoli che non vola più

In tre, hanno fatto solo 3 gol su azione nell’intero girone d’andata. L’anno scorso alla fine dell’anno avevano segnato quasi 40 gol. È un problema

Insigne, Lozano e Politano: le ali rattrappite di un Napoli che non vola più
Db Milano 19/12/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Hirving Lozano

Insigne, Lozano e Politano. Per completezza, pure Ounas. Sono le ali piegate, malconce e rattrappite di una creatura che non riesce più a volare. La creatura è il Napoli di Spalletti. Che per mesi s’è librato, gioioso, sul campionato. E che oggi invece si trova a fare i conti con una realtà che non potremmo che definire impietosa. In una manciata di settimane, l’Inter di Inzaghi gli ha recuperato quattordici punti. Quattordici. Il Napoli andò a giocare a San Siro da capolista con sette lunghezze di vantaggio sui nerazzurri ed oggi accoglie la sosta a meno sette. E la accoglie, come non mai, a braccia aperte.

L’indagine volta a sistematizzare le ragioni di un crollo che francamente – almeno in queste dimensioni – non si aspettava nessuno è un’indagine quanto mai complessa. Perché complessi sono i meccanismi che hanno portato una squadra che aveva mantenuto un ritmo forsennato a perdere, in casa, con Empoli e Spezia.

E però se fior fiori di allenatori sostengono l’idea che il calcio, in fondo, è una cosa molto più semplice di quanto sembra, la risposta più semplice potrebbe pure rivelarsi la risposta esatta: il Napoli ha perso con Empoli e Spezia perché non segna. O, meglio, perché segna poco. La squadra ha fatto più di 50 tiri, in due partite, senza segnare. Qualcuno iscrive questa statistica al libro degli alibi. Come un’altra medaglia da appuntarsi al petto per rafforzare la leadership incontrastata nel campionato della iella. Al contrario, è un dato raccapricciante. Che preoccupa ben più dei due auto-gol balordi subiti nelle uniche sortite offensive degli avversari. Auto-gol (o quasi auto-gol, come quello subito con l’Empoli) poco fortunati, certo, ma pur sempre recuperabili. E con una certa serenità.

Il Napoli non segna, per questo non è riuscito a rimontare. E se non segna – lungi da noi fare la caccia all’uomo – le responsabilità vanno per forza individuate in chi, nel gioco del calcio, ha il compito di buttare la palla dentro: gli attaccanti. Un altro assunto semplice e forse addirittura scontato.

Bene, a Osimhen non c’è nulla da recriminare. Finché c’è stato, è stato il capocannoniere della squadra. Segnando in tutti i modi e rimpinguando il portato delle ambizioni del Napoli. Allo stesso Mertens, in tutta sincerità, è complicato chiedere di più. I suoi cinque gol, nonostante tutto, l’ha fatti.

Sono proprio le «ali», gli attaccanti esterni, a stare sul banco degli imputati. Sono i loro gol che mancano come il pane. Insigne, Lozano e Politano (Ounas ha giocato meno) latitano. Hanno segnato, tutti assieme, tre gol su azione in un intero girone. Tre gol su azione di cui due, peraltro, piuttosto rocamboleschi: si tratta dei due tap-in di Lozano e Politano su due tiri di Insigne, il rigore sbagliato contro la Fiorentina e il tiraggiro ribattuto in maniera piuttosto goffa dal povero Szczesny nella gara d’andata contro la Juventus. Insomma, è una roba di una pochezza disarmante. Deprimente, a pensare che si tratta di calciatori ritenuti importanti. Dal «miglior calciatore italiano in attività» all’ambizioso a cui sta stretto il Napoli. Passando per Politano la cui mancata convocazione agli Europei è stata fatta passare come uno scandalo.

Fabian ha alzato l’asticella, ha già fatto cinque gol. Zielinski lo stesso: cinque gol e cinque assist. Quello che manca al Napoli di Spalletti sono i gol degli esterni. L’anno scorso, sono stati quasi 40 (19 Insigne, 11 Lozano, 9 Politano). Quest’anno stentano. A poco valgono le giustifiche, dal contratto agli infortuni, dal virus alla stanchezza. La storia di Ronaldo e della Juve insegna un’altra cosa semplice, a tratti elementare: se chi dovrebbe fare i gol non li fa (perché va via o per altre ragioni) c’è bisogno di qualcun altro che li faccia. Altrimenti il bilancio, negativo, porta necessariamente delle conseguenze. Di lì non si scappa. Al Napoli mancano i gol delle ali. E senza ali non si vola.

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