“Ricordiamo a Sarri i trofei della Lazio tra cui la Supercoppa alzata davanti alla sua Juve con in campo Luis Alberto, Milinkovic Savic oggi da lui accusati di non saper interpretare il suo calcio”

A Roma la pazienza nei confronti di Sarri sta cominciando ad assottigliarsi. Si comprende anche dall’editoriale del Corriere dello Sport “Non è giusto sminuire la vecchia Lazio”. Scrive Alberto Dalla Palma:
la Lazio è ancora un cantiere aperto dove il palazzo mostra delle crepe già durante la costruzione. Ci sono delle difficoltà evidenti, il passaggio dal vecchio al nuovo è stato traumatico e la fuga dalla cena di Natale, ancora prima del discorso del presidente, è un chiaro segnale che qualcosa si è rotto anche nello spogliatoio, dove certe prese di posizione dell’allenatore non sono piaciute.
il tecnico accusa la scarsa adattabilità della rosa attuale al suo calcio e i giocatori non gradiscono. Anzi, contestano, ma mai pubblicamente. Più o meno quello che è successo alla Juve.
Ma Sarri, e non capiamo il perché, non ha perso occasione ancora una volta per ricordare che i cali di tensione fanno parte della storia della Lazio, che la Champions da queste parti è sempre stata un miraggio e che quando è arrivata, le milanesi erano in piena crisi.
Ricorda la Champions perduta all’ultima giornata con l’Inter.
Ricordiamo anche a Sarri che prima dello scudetto dell’Inter, la Lazio era la squadra più vincente dopo la Juve nonostante tre finali perse: 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe, di cui una alzata proprio davanti a lui dopo una partita capolavoro di Luis Alberto, Milinkovic e Immobile, alcuni dei giocatori che oggi vengono accusati di non saper interpretare il suo calcio. È lecito parlare di ricostruzione, ma non è giusto svilire il valore di una squadra, che, costruita con una manciata di euro, è riuscita a divertire e a restare al vertice per anni.