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Il fascino di Maradona non è mai tramontato. In Argentina sanno che non ci sarà mai uno migliore di lui

Su La Stampa, ad un anno dalla scomparsa di Diego l’Argentina orfana si prepara a ricordare il suo mito

Il fascino di Maradona non è mai tramontato. In Argentina sanno che non ci sarà mai uno migliore di lui
archivio storico Image Sport / Napoli / nella foto: Diego Armando Maradona foto Imago/Image Sport

Ad un anno dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, piovono i ricordi e le testimonianza sul Pibe de Oro. La Stampa ha raccontato Diego con le voci di alcuni personaggi che hanno fatto parte della sua vita come Javier Romisier di professione medico di famiglia e storico ufficiale dell’Argentinos Juniors che è stata la casa del Pelusa

 «Non direi che Diego è diventato calciatore da noi, perché lui è nato già con questo dono. Non gli si doveva insegnare niente, a nove anni la sua visione del gioco era oltre ogni limite. Francis ha avuto la capacità, questo sì, di inserirlo in una squadra che ha vinto di tutto».

L’Argentina, ma non solo, si prepara a ricordare Diego ad un anno dalla sua scomparsa e dopo le numerose accuse sollevate dalla sua morte.

Maradona come metafora dell’Argentina o forse il contrario, fatto sta che è impossibile non parlare di lui, soprattutto adesso che non c’è più. «In America – spiega Ezequiel Fernandez Moores – si parla ancora di Mohammed Ali perché è un modo per parlare dei grandi problemi irrisolti del Paese».

Maradona è morto, il Pibe non c’è più, ma il suo ricordo non è scomparso e non scomparirà, ma non solo sui giornali o in televisione, ma nella vita di tanti, tantissimi ragazzini che continuano a giocare sui campi di calcio e a provare ad imitare i propri campioni

Sorprenderà, forse, ma nei mille club di barrios argentini, dove il calcio è un momento centrale nella vita di quartiere, il fascino di Maradona non è mai tramontato. I ragazzi hanno vestito la maglia di Batistuta, Riquelme o di Tevez, oggi vestono quella di Messi, Cristiano Ronaldo o Dybala, ma quando si chiede chi è il “más grande” la risposta è una sola.

Al «Defensores de Olivos», dove i più piccoli hanno sei anni, il credo maradoniano è rimasto intatto da tre generazioni. «Noi – spiega il coordinatore Leo Chichou – ci svegliavamo alle sette la domenica per vedere il Napoli, i nostri figli o i nipoti lo rivedono su YouTube. Una delle poche certezze che abbiamo qui in Argentina è che non ci sarà mai uno migliore di lui».

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