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I miracoli non si ripetono, la Nazionale è tornata a rispecchiare il calcio italiano

L’Italia pareggia con l’Irlanda del Nord mentre la Svizzera travolge la Bulgaria. Ora Mancini dovrà inventarsi qualcosa, intanto aleggia il fantasma di Ventura

I miracoli non si ripetono, la Nazionale è tornata a rispecchiare il calcio italiano
Db Torino 06/10/2017 - qualificazione Mondiali Russia 2018 / Italia-Macedonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giampiero Ventura

Mancini comincia a somigliare in maniera inquietante a Ventura. L’effetto Europei è svanito. Il calcio italiano si è mostrato nuovamente in tutta la sua pochezza. Un sistema che produce poco, molto poco, di interessante, in mano a dirigenti e presidenti che di dirigenziale e manageriale hanno ben poco. Un sistema che attacca la politica ma che non ci pensa nemmeno a denunciare le proprie arretratezze. Quel che sarebbe dovuto accadere agli Europei – una debacle – è invece accaduto con qualche mese di ritardo. I miracoli non si ripetono, alla lunga la realtà emerge sempre. In questo caso in maniera impietosa.

La Nazionale non vince a Belfast contro l’Irlanda del Nord – non va oltre lo 0-0 – e al momento è fuori dal Mondiale. Dovrà passare attraverso gli spareggi e non sarà una passeggiata. Mentre noi pareggiavamo nella terra di George Best, la Svizzera dominava e batteva 4-0 la Bulgaria.

Mancini è calcisticamente morto con le sue idee. Gli vanno riconosciuti gli alibi per le assenze e gli infortuni. Ma l’Italia stasera è stata poca roba. Jorginho mai in partita. Barella lontano parente del giocatore che abbiamo conosciuto. Incomprensibile – anche se non decisiva – l’ostinazione del ct con Insigne schierato addirittura centravanti. Che poi fosse arretrato, di manovra, finto, nullo, poco cambia. Sempre centravanti era. E andare a giocarsi la partita decisiva con Insigne centravanti, è un po’ come guidare un’automobile di Formula Uno bendati. Per di più in uno stadio dove nessuno aveva mai segnato. Va comunque detto che con Insigne o senza Insigne nulla sarebbe cambiato. Non abbiamo mai rischiato di vincerla. Anzi, siamo andati più volte vicino a perderla.

La verità è – per dirla alla Gianni Mura – che la carta si è indignata da un po’. Si è indignata con il rigore sbagliato in Svizzera, quello fallito a Roma sempre contro la Svizzera, il pareggio in casa contro i bulgari sommersi di gol e di gioco dagli svizzeri. Del resto ci eravamo giocati tutto nel mese magico in Inghilterra. Lì tutto era filato liscio, e alla lunga si paga. Il classico errore italiano di ammalarsi di  riconoscenza, come se la vittoria fosse davvero un prodigio. E quindi i protagonisti da trattare come eroi leggendari. Di fondo, una mancanza di fiducia nel sistema calcio. Per certi versi persino comprensibile.

Della partita che cosa possiamo dire? Il pareggio è stato giusto anzi, come detto, sta stretto ai padroni di casa. Le occasioni più pericolose le hanno avute i nordirlandesi. L’Italia ha dimostrato di non averne più. Adesso Mancini dovrà capire cosa fare. Continuare ad andare a sbattere con la riconoscenza, oppure provare a inventarsi qualcosa, ovviamente con la consapevolezza he nessun George Best è rimasto fuori? Nel frattempo, l’ex stella della Sampdoria comincia a somigliare a Ventura. E non è una bella notizia.

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