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Gavillucci: «Ora arbitro in Inghilterra, lì i club vietano l’ingresso a chi ha commesso atti di razzismo»

Al Gazzettino su quanto accaduto in seconda categoria a Padova: «Sarebbe stato bello prevaricare il regolamento prendendo una nuova strada»

Gavillucci: «Ora arbitro in Inghilterra, lì i club vietano l’ingresso a chi ha commesso atti di razzismo»
Mg Torino 21/10/2016 - campionato di calcio serie A / Torino-Carpi / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Claudio Gavillucci

Dopo la sorprendente decisione presa ieri dal Giudice Sportivo che, a “malincuore”, ha assegnato la sconfitta a tavolino alla squadra di seconda categoria del Tribano che all’88esimo aveva abbandonato il terreno di gioco per evidenti e ripetuti insulti razzisti ad un suo giocatore; il Gazzettino di Padova ha intervistato oggi Claudio Gavillucci.

Gavillucci, tagliato improvvisamente dall’olimpo degli arbitro nel 2019, dopo che il 13 maggio 2018 è stato il secondo fischietto nella storia del calcio italiano a fermare momentaneamente una partita per razzismo, risponde da Londra, dove ora arbitra nelle serie minori inglesi

«Sono passati tre anni da quando ho preso la decisione di sospendere una partita di serie A (Sampdoria-Napoli, ndr) e siamo ancora qui a parlare di razzismo nei campi da calcio»

Gavillucci spiega che il sistema deve cambiare e che si “deve usare il pungo di ferro”, parla di “Daspo a vita” perché questi vanno considerati veri e propri “reati” e non semplici “sfottò da stadio”

Su quanto accaduto al Tribano e sulla decisione del Giudice Sportivo

«Sarebbe stato bello prevaricare il regolamento prendendo una nuova strada. Credo che nemmeno la squadra avversaria avrebbe fatto appello».

«Mi rendo conto che non sia facile e che dal punto di vista legislativo ciò che ha scritto il giudice è impeccabile, ma stiamo parlando della seconda categoria: sport vero, senza interessi economici. L’obiettivo a questi livelli è insegnare qualcosa. Il giudice avrebbe potuto dire: Ok ragazzi, il regolamento direbbe questo. Ma noi siamo qui per insegnare…».

È chiaro che in Serie A tutto questo sarebbe ancora più semplice, spiega l’arbitro, considerando l’aiuto della tecnologia e degli addetti alla sorveglianza. Bisogna puntare sulla formazione dei giovani arbitri, ripete Gavillucci

«Io ora arbitro in Inghilterra le partite della Lega nazionale dilettanti e dei settori giovani professionistici. Prima di ogni partita viene fatto un briefing con i due capitani, i dirigenti e l’addetto al pubblico esclusivamente sul tema del razzismo. Qui sono direttamente le società a vietare gli ingressi nei campi. Anche in Italia bisognerebbe dare maggior importanza alla responsabilità delle società, che spesso nel mondo dei dilettanti conoscono direttamente i propri tifosi».

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