Biraghi: «Non è vero che Vlahovic ha rifiutato di tirare il rigore contro il Cagliari. Ho deciso io»

A Repubblica: «Me la sentivo io e lui me l'ha lasciato. Firenze non è una piazza facile, quando un giocatore viene preso di mira diventa difficile esprimere le proprie qualità»

Vlahovic

Firenze 24/10/2021 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Cagliari / foto Image Sport nella foto: Dusan Vlahovic

La Repubblica intervista il capitano della Fiorentina, Cristiano Biraghi. Da questa stagione indossa la fascia in ricordo di Davide Astori, morto durante il ritiro della squadra viola a Udine, il 4 marzo 2018, in albergo.

«Ricordo il mio gol, su suo assist, nell’ultima gara con Davide in campo. È sempre con noi. Al campo, negli spogliatoi: è un pensiero fisso. Siamo rimasti in pochi di quella squadra. Quando alzo la fascia a fine partita, oltre che un gesto che lega me e noi alla tifoseria, è un modo anche per ricordarlo a i compagni che quel giorno non c’erano e non lo conoscevano di persona».

In estate disse di sentirsi un cane da bastonare, era sommerso dalle critiche. Oggi la curva Fiesole gli ha dedicato anche un coro.

«La curva mi ha omaggiato con un coro e mi fa molto piacere. Firenze non è una piazza facile e quando un giocatore viene preso di mira, come è successo anche a me, diventa difficile esprimere le proprie qualità. Visto che conosco la città e riesco a gestire questa responsabilità, preferisco se la prendano con me che con altri che magari poi ci soffrono».

Sull’uso dei social:

«Pubblico qualcosa dopo le partite ma non sono molto attivo. Non mi fanno impazzire perché nascondendosi dietro a una tastiera tante persone si prendono troppe libertà per esprimere cose non belle».

Riconosce che con l’arrivo di Italiano alla Fiorentina «qualcosa è cambiato» e del tecnico dice:

«È molto preparato. In poco tempo ha già dato una idea di gioco ben precisa, si vede la sua mano. Caratterialmente è un martello. È molto esigente, alza sempre l’asticella. Io all’Inter ho avuto come allenatore Conte, ultra esigente con sé stesso e coi giocatori e per questo fra i migliori al mondo. Ecco, Italiano è molto simile a Conte in questo».

Di Vlahovic dice che «ha le qualità per diventare uno tra i primi attaccanti al mondo» se mantiene la continuità di prestazioni. E sul rigore che qualche settimana fa il serbo rifiutò di tirare:

«È stato detto che non se la sentiva ma noi ci facciamo grandi risate quando leggiamo tutto questo perché è frutto dell’invenzione più pura. Lui è il primo rigorista e io sono il secondo. Quella volta me la sentivo e in assoluta sintonia, senza litigare, gli ho detto: “Lo tiro io”. E lui: “Ok, tiralo tu”. È finita lì. Con lo Spezia, una settimana dopo, era giusto tirasse lui aveva preso subito il pallone e non c’era bisogno di chiederglielo».

Sui procuratori:

«Non sono tutti uguali. Io fin dai 18 anni ho sempre avuto Mario Giuffredi e non è assolutamente invadente: lavoriamo in sintonia. Il primo agente l’ho avuto a 16 anni, per firmare il primo contratto con l’Inter: non potevo andare da solo e mio padre non conosceva bene le dinamiche. So della battaglia del presidente Commisso sulle super commissioni ma è giusto che se ne occupi il club, chi è competente. Io penso al campo: è il mio mestiere».

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