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«A casa Maradona i genitori di Diego non avevano mai fame all’ora di cena…»

Il Mundo Deportivo ha intervistato il “negrito” Enrique, il suo miglior amico dell’Argentina campione del mondo: “Nemmeno quando è morto mio padre sono stato così male”

«A casa Maradona i genitori di Diego non avevano mai fame all’ora di cena…»

Héctor Enrique e Diego Armando Maradona, storia d’una amicizia in mezzo a tantissime altre che s’affollano ovunque ad un anno dalla morte. Diego quando dirigeva il Gimnasia un giorno scrisse sul suo Instagram: “Negrito, mi hai lasciato solo davanti a Shilton, ma non mi hai mai lasciato solo quando avevo bisogno di te…”.

Negrito Enrique è stato un campione del mondo con l’Argentina a Messico 86. Anche. Quando parla di Maradona con El Mundo Deportivo, scrive il giornale, “la sua voce si spezza”: “Ogni volta che lo vedevo, mi provocava qualcosa di speciale. Penso che se ne sia reso conto perché una volta, a Dubai, disse ‘non c’è nessuno più maradoniano del Negro Enrique’. Una grande verità”.

“Diego mi ha reso la vita felice. Giocare con lui mi ha reso grande. Ero un giocatore moderatamente bravo e in molti posti sono stato riconosciuto grazie a lui. Incontro molti genitori che dicono ai loro figli: ‘Guarda, quest’uomo è stato un campione del mondo”. E i ragazzi non fanno una piega. Ma quando dicono ‘quest’uomo ha giocato con Maradona’, si interessano. È come se Diego contasse più di tutto. E va bene. Maradona è il calcio”.

“Sono un piagnucolone. Se sono a casa e vedo un biglietto di Diego, un programma a lui dedicato, vado in camera mia. Lì mi chiudo e piango per Diego. Non che mi vergogni di piangere in pubblico. Nella mia stanza ho una grande foto di mio padre e un’altra di Diego. Lo amavo tanto quanto mio padre, anche lui morto da tempo. Quando Diego era appena morto, i primi giorni, ho cercato di non darlo a vedere ma stavo malissimo. Mia moglie se n’è accorta. E un giorno mi ha detto: ‘Non stavi così quando è morto tuo padre’. E che anche il mio vecchio lo amava. Era un genio”.

Enrique ricorda un episodio a Dubai. Maradona lo sorprende con una chiamata Skype in Argentina. Il padre di Enrique è sullo schermo con un amico di Diego: gli ha comprato una Ford Taunus. Non una macchina lussuosa. Diego mi disse che gli aveva regalato un vecchio modello per non avere tante spese…”.

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“La nostra infanzia è stata simile, perché provenivamo da famiglie molto umili, con i nostri genitori che facevano ogni sforzo perché non ci mancasse nulla. Mio padre e mia madre non mangiavano di notte. L’ho capito dopo. Non avevano mai fame all’ora di cena. Era per lasciare il cibo a noi. E Diego mi ha detto che a casa sua è succedeva la stessa cosa”.

“E’ sempre stato uno di noi in Nazionale. Aveva un’umiltà impressionante. Per questo tutti lo difendiamo, lo amiamo e lo rispettiamo. Ecco perché tutti i giocatori del mondo lo amano. Non ha mai dimenticato da dove veniva, ha difeso gli umili, i pensionati, ha affrontato il potere. Devi ricordare Diego così. Era un gentiluomo. Non era, è…”.

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