“Ad un certo punto Il presidente Levy voleva mettere alcuni membri dello staff a lavorare nella sua tenuta nell’Hertfordshire…”
Appena Paratici è diventato “chief football officer” del Tottenham, come per incanto sui media italiani sono spuntati dettagli della vita interna del club che finora erano rimasti segreti. Il dirigente ex Juve viene indicato dal Telegraph, in una lunga analisi che il quotidiano dedica alla crisi del Tottenham, come una concausa del momento buio. E anche – velatamente – come gola profonda dei giornali italiani.
L’articolo è un atto d’accusa per tutta la dirigenza Hotspur, e mette in risalto anche particolari gustosi. Come la gestione mediaticamente suicida del taglio degli stipendi. “Il presidente Daniel Levy aveva anche preso in considerazione la possibilità di mettere alcuni membri dello staff del club che non erano stati licenziati a lavorare nella sua tenuta nell’Hertfordshire, il che ha causato stupore piuttosto che indignazione”.
Non passa in sordina il ruolo di Paratici nella scelta dell’allenatore. Una scelta sofferta, andata avanti tutta l’estate.
“Fabio Paratici è stato arruolato come chief football officer a metà del processo, anche se gli Spurs avevano già Steve Hitchen, che aveva parlato con i candidati con l’incarico di assumere un allenatore offensivo e divertente. Sotto Paratici è cambiato tutto, ha cambiato idea su Paulo Fonseca, ed è stato preso in considerazione Gennaro Gattuso. Sembra incredibile che ci sia voluta una reazione arrabbiata dei tifosi per avvisare gli Spurs del fatto che la nomina di Gattuso sarebbe stata molto controversa, viste alcune delle dichiarazioni precedentemente attribuitegli”.
“Quel piano è stato rapidamente abbandonato e, dopo che gli è stato detto che l’allenatore del Brighton Graham Potter non aveva alcun interesse a rischiare la sua fiorente reputazione sotto Levy, Paratici si è rivolto a Nuno, un manager che in precedenza era stato scartato per lo stile di calcio giocato dalla sua squadra di Wolverhampton Wanderers”.