La sua carriera è cristallina come la sua classe. Non ha alcun precedente di doping e viene sottoposto a svariati controlli. E’ stato solo il più bravo
La Gazzetta dello Sport commenta le accuse di doping contro Marcell Jacobs. Ieri il Times ha scritto sul suo ex nutrizionista, Spazzini, indagato in Italia per steroidi. Le accuse, scrive la rosea, dipendono dal fatto che Jacobs non è conosciuto all’estero. Sono assurde, perché è da marzo che l’atleta sta volando.
“Il Washington Post, il Times e l’Equipe – Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia – sono rimasti “scioccati” nel vedere un velocista italiano ”sbucato dal nulla” vincere l’oro davanti a Kerleye De Grasse. Peccato che, tre settimane prima della finale olimpica, li avesse già battuti a Montecarlo, uno dei meeting di riferimento della Diamond League. In realtà Jacobs è da marzo che va fortissimo, ha vinto i 60 metri agli Euroindoor in 6”47, lo stesso record dello statunitense Trayvon Bromell, uomo da 9”77 sui 100, tempo che non ha fatto sobbalzare nessuno dalla sedia”.
La pista volante di Tokyo, continua la Gazzetta, costruita coi materiali di ultima generazione dall’italiana Mondo, ha fatto sbriciolare primati a ripetizione e nessuno si è stupito. Ma per Jacobs si fanno altre riflessioni.
Le illazioni sul suo ex nutrizionista sono appunto solo illazioni, visto che si tratta di un ex.
“Ma, aspettando sempre l’ultimo grado di giudizio, stiamo parlando di ex. Semmai l’unico aiuto esterno Jacobs lo ha avuto dal rinvio olimpico di un anno perché nel 2020 non sarebbe stato in grado di fare il fenomeno. Non era ancora arrivato il suo tempo. Le gare indoor di inizio stagione ci avevano invece detto, senza segreti, che l’Italia avrebbe avuto un uomo almeno da finale olimpica. E Jacobs l’ha conquistata, primo azzurro di sempre, e se l’è giocata. Ha anche rischiato di non passare, ripescato con il miglior tempo in una semifinale tirata alla morte e chiusa al terzo posto senza fare calcoli”.
Le accuse sono pazzesche ed infamanti anche perché Jacobs non ha alcun precedente in tal senso.
“Senza prove e senza alcuna positività accertata, per la prima volta in 125 anni di Giochi il vincitore dei 100 metri è finito in prima pagina solo per il “sospetto” di essere un campione finto. Pazzesco, perché Jacobs non ha alcun precedente di doping alle spalle. Stesso discorso per il suo allenatore Paolo Camossi, triplista di lungo corso. La carriera del campione olimpico è pulita, cristallina come la sua classe. Marcell, al pari di tutti gli atleti di vertice, viene sottoposto mediamente a una ventina di controlli all’anno e non è giusto che, al posto di godersi il momento, debba rispondere a queste accuse. E’ stato il più bravo”.