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Giorgio Pasotti: «Quando Monicelli apriva la bocca sembrava un terremoto. Maltrattava sempre Haber»

A Il Fatto: «Quando il mio personaggio in Distretto di polizia è morto ci fu uno sciopero della fame fuori da Cinecittà per farmi tornare. La gente al supermercato mi toccava per vedere se stavo bene»

Giorgio Pasotti: «Quando Monicelli apriva la bocca sembrava un terremoto. Maltrattava sempre Haber»

Il Fatto Quotidiano intervista Giorgio Pasotti. Ha recitato ne ‘L’ultimo bacio’ di Muccini, ne ‘La grande bellezza’ di Sorrentino e in serie tv come ‘Distretto di polizia’. Ha appena diretto come regista ‘Abbi Fede’, è stato premiato a Taormina in occasione del Nations Award. Parla dei registi con cui ha lavorato.

«C’era Monicelli che stava sempre in silenzio, ma quando apriva bocca sembravano delle piccole scosse di terremoto, anche perché l’ho conosciuto in un’età che gli consentiva di non mantenere filtri rispetto ai suoi pensieri».

Lo descrive come quasi spietato, ma con un occhio di riguardo verso di lui.

«Aveva un occhio di riguardo per me e per Michele Placido, mentre uccideva tutti gli altri, in particolare Alessandro Haber; con Alessandro si palesava un rapporto particolare, un po’ gli piaceva ricevere certi maltrattamenti, e all’inizio eravamo tutti imbarazzati, poi abbiamo capito la liturgia e ridevamo come pazzi».

Racconta la sua adolescenza a Bergamo. Dice di aver rischiato di perdersi.

«Sono cresciuto in una Bergamo molto diversa da quella di oggi: alla fine degli anni Settanta, specialmente la parte storica, era un quartieraccio dove girava eroina e numerosi ragazzi sono finiti male. Per fortuna lo sport mi ha dato la giusta via: senza le arti marziali non so cosa sarei diventato».

Dice che un suo pregio è il fiuto sul lavoro.

«Ho un buon fiuto quando leggo il copione, riesco capire se sto per girare un film valido o no, e mi è successo con L’ultimo bacio, con La grande bellezza e con Distretto di polizia. Dopo il film di Muccino noi protagonisti ci siamo trovati sommersi da proposte per pellicole simili, sempre crisi famigliari intorno a un gruppo di amici; io invece ho scelto di cambiare e buttarmi sulle serie tv. Allora considerate di serie B. Infatti molti colleghi mi sconsigliarono, forse pure lo stesso Gabriele».

Racconta di come la gente reagì alla sua morte, in Distretto di polizia.

«Quando il mio personaggio è morto, e per scelta mia, la puntata venne vista da 14 milioni di spettatori. Lì ho capito il potere della televisione: al supermercato incontravo persone che mi toccavano per controllare se stavo bene, altri si sono piazzati fuori da Cinecittà per uno sciopero della fame: pretendevano il ritorno del mio personaggio».

 

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