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Crosetti: Immobile centravanti pietroso, è lento persino al momento di uscire dal campo

Su Repubblica: sembrava impossibile farcela, invece l’Italia è un gatto immortale che vede i fanali del camion sulla statale ma riesce a scansarsi

Crosetti: Immobile centravanti pietroso, è lento persino al momento di uscire dal campo
Roma 11/06/2021 - Euro 2020 / Turchia-Italia / foto Uefa/ foto Image Sport nella foto: esultanza gol Ciro Immobile

“Eppure sembrava impossibile. Ci sono notti che cominciano al contrario, e poi è così difficile raddrizzarle. Sono bastoni pieni di nodi”.

Scrive così, su Repubblica, Maurizio Crosetti, nel commentare la finale di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra.

“Una partita fangosa che manda gli azzurri in svantaggio dopo due minuti scarsi, peggio di così non si può”.

Un brutto primo tempo.

Il primo tempo è una pena. Solo un guizzo di Chiesa, campione intermittente ma prezioso, esprime qualcosa di azzurro. Il resto è un girare a vuoto, scollegati e stanchi. Abbiamo un centravanti pietroso in mezzo all’area, e Mancini lo toglierà dopo una cinquantina di minuti per la mossa che aveva in mente da giorni, il cosiddetto “falso nove”: è come creare uno spazio senza riferimenti per l’avversario che infatti comincia a patire, non sapendo come marcare Insigne e come tamponare le altre falle che creano attaccanti d’occasione, non di ruolo”.

Crosetti si sofferma su Mancini:

“Un lenzuolo. Quando leva Immobile gli deve gridare di sbrigarsi, perché il centravanti è lento persino nel momento di uscire. Eppure l’Italia è una specie di gatto immortale, vede i fanali del camion sulla statale ma riesce a scansarsi”.

Una menzione anche per la follia dei tifosi inglesi a Wembley.

“Poco prima c’erano stati tifosi barbari, capaci di sputare sul nostro tricolore facendolo a brandelli, poi si sono menati con i poliziotti perché pretendevano di entrare senza biglietto. Un parapiglia che ha tenuto fuori da Wembley anche alcuni parenti dei nostri giocatori, poi tutto si è ricomposto e ha trovato forma, uno scivolo di partita fino ai supplementari e ai rigori, di nuovo, come in semifinale”.

Il bastone pieno di nodi viene raddrizzato da Donnarumma,

“un ragazzo con la barba, mani grandi, mani senza fine”.

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